3 maggio 2024
Aggiornato 05:00

Droga, Meloni: occorre avviare una riforma dei servizi

«Mettere al bando le ideologie»

ROMA - Una delle prime cose da fare, per migliorare l'approccio al problema delle tossicodipendenze, è una riforma dei servizi, «che sono tutti, pubblici e privati, figli di una logica superata»: lo ha detto il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, intervenendo alla Conferenza nazionale sulle politiche antidroga in corso a Trieste. Il ministro ha spiegato che i giovani non si avvicinano ai Sert perché non si vedono come tossicodipendenti: «Eppure nei servizi pubblici - ha aggiunto - ci sono tanti operatori che lavorano duro dalla mattina alla sera» e lo stesso vale per le Comunità terapeutiche: «Splendide isole dove si sono salvate generazioni di tossicodipendenti», ma i cui programmi spesso oggi «sono datati».

Per entrambi, pubblico e privato, esiste poi l'annoso problema delle risorse e dei «soldi che non arrivano dalle Regioni - ha sottolineato il ministro - soprattutto da alcune Regioni, e questo per un retaggio ideologico». Per Meloni, infatti, la prima cosa da fare è quella di «mettere da parte le ideologie, che soprattutto nel campo della droga hanno provocato più danni che risposte».

Il ministro ha poi insistito sul concetto di «recupero» del tossicodipendente, che «non va abbandonato alla cronicità: non mi rassegno a persone condannate a vita al metadone o alla stessa eroina».

«I principi sui quali il governo si muove sono due: il primo è che drogarsi non sarà mai un diritto, una scelta di vita, una presunta scelta di libertà; il secondo è che non dobbiamo credere di poter recuperare ciascun tossicodipendente e non dobbiamo mai condannare qualcuno a una condizione di cronicità», ha spiegato il ministro. «Non mi rassegno che si possa considerare libertà - ha aggiunto - scegliere che tipo di droga assumere». «Un'altra grande questione da affrontare - ha detto - è quello della prevenzione offrendo anche modelli positivi e positive forme di emulazione da seguire. Noi con il ministero della Gioventù abbiamo proposto le comunità giovanili, spazi di libertà organizzati per giovani, con musica, teatro, danza, convegni, mostre, cioè avamposti di cultura e legalità e aggregazione. Su questa sfida siamo tutti coinvolti: scuola, famiglia, politica, sport, insomma nessuno escluso».