3 settembre 2025
Aggiornato 07:30

Immigrati, operazione Ros: eseguite 10 ordinanze su 17 a Milano

Per altre in atto richiesta in Paesi europei ed extraeuropei

MILANO - Sono dieci le ordinanze di custodia cautelare in carcere eseguite dal Ros nell'ambito dell'operazione 'Caronte'. Nel corso della nottata i militari hanno infatti arrestato nella provincia di Milano e a Torino dieci cittadini egiziani, tutti residenti in quelle zone e di cui circa la metà regolari, nati tra il 1964 e il 1984. Altri sette cittadini africani sono stati localizzati all'estero e per loro è in atto la richiesta di ordine di cattura in altri Paesi europei ed extraeuropei.

Oltre a loro ci sono altre 23 persone indagate, tra cui due italiani accusati di aver organizzato o di essersi prestati a matrimoni fittizi con donne italiane dietro pagamento di somme che potevano arrivare a 10mila euro, una delle formule ideate dall'organizzazione per regolarizzare i migranti arrivati in Lombardia. I provvedimenti scaturiscono da una costola dell'operazione «Rinascita» del Raggruppamento operativo speciale che, nel novembre del 2007, aveva visto l'arresto di 21 stranieri per associazione con finalità di terrorismo internazionale.

Proprio dall'analisi della parte logistica dell'organizzazione che si occupava anche di fornire agli immigrati documenti falsi è nata l'indagine coordinata dal Pubblico ministero Piacente che ha portato all'emissione delle ordinanze firmate dal Gip Clivio. Il personaggio che, con altri tre è considerato a capo dell'organizzazione che si occupava della tratta di esseri umani dalla Libia all'Italia, è Gamal el Basatini, nato a Sharkia (Egitto) il 5 dicembre 1964, già arrestato dai carabinieri nel novembre 2007, perchè ritenuto responsabile di una traversata nel Mediterraneo in cui persero la vita 11 migranti, rinvenuti cadaveri sul litorale di Roccella Ionica, Reggio Calabria.

I migranti, reclutati nei rispettivi Paesi di origine dai loro connazionali e trasferiti presso la cittadina libica di Zouara, venivano affidati ad alcuni membri dell'organizzazione che li segregava in condizioni disumane, tra violenze e ripetute minacce all'interno di appartamenti provvisori, privandoli dei documenti e del denaro fino al compimento della traversata a bordo di imbarcazioni della stessa organizzazione. Per i soli «viaggi della speranza» i cittadini africani pagavano tra i 1.500 e i 3.000 euro.