19 aprile 2024
Aggiornato 03:00

Savoia, Amedeo: Mio nipote nuovo principe di Piemonte. E' polemica

La Casa Reale: «La pulcinellata della settimana»

TORINO - E' bagarre nella real casa Savoia. A contrapporre di nuovo i due rami della famiglia, quello di Amedeo e quello di Emanuele Filiberto, è il piccolo Umberto, nato appena 4 giorni fa. Al neonato il duca Amedeo ha infatti deciso di attribuire il titolo di principe di Piemonte. La notizia è stata annunciata con grande enfasi dall'Unione dei monarchici italiani, che «si uniscono alla gioia dei principi Aimone e Olga per la nascita del loro primogenito, il principe Umberto di Savoia, che porta il nome e il titolo del nostro ultimo re Umberto II.

Il nostro plauso - scrive l'organizzazione - a sua altezza reale il principe Amedeo di Savoia, padre di Aimone, per aver conferito al neonato il titolo di principe di Piemonte, che è stato portato sempre con grande dignità sin dall'era medievale da decine di conti, di duchi e di sovrani sabaudi, fino all'era moderna». Il fatto è che a possedere il titolo di principe di Piemonte è già Emanuele Filiberto. Questo riconoscimento, all'interno di casa Savoia, è quello che viene attribuito all'erede al trono. La mossa non è piaciuta affatto al ramo della famiglia di Emanuele Filiberto, che contesta la legittimità della dichiarazione. «E' una forzatura», sottolinea il portavoce di Casa Savoia, Filippo Bruno di Tornaforte.

«Da un punto di vista tecnico araldico non può farlo, perché i titoli nobiliari possono essere conferiti solo dal re nella pienezza dei poteri». Vale a dire dal re quando regna. E adesso come adesso non c'è un re e soprattutto non c'è un regno. «Altrimenti Vittorio Emanuele avrebbe potuto attribuire decine di titoli nobiliari per sostenere le casse del casato. Invece gli ultimi titoli sono stati distribuiti da re Umberto II».

«Emanuele Filiberto - continua Tornaforte - tiene molto al titolo di principe di Piemonte e sono diverse le organizzazioni di beneficenza a lui intitolate. Amedeo ha fatto questa mossa per affermare la sua supremazia nella famiglia, ma è triste che lo faccia con un bambino». A sostegno del duca Amedeo si è schierato Aldo Mola, presidente della Consulta dei senatori del regno, difendendo la legittimità della attribuzione del titolo al piccolo Umberto.

«Mola è uno storico anche piuttosto bravo», ribatte Tornaforte, «ma che ha il dente avvelenato contro la casa reale. E' uscito dalla Consulta dei senatori del regno per morosità nel 2002, dopodichè ha fondato una propria associazione, con lo stesso nome, per confondere le acque. Ma la sua associazione non ha titolo a esprimersi sui titoli nobiliari. Tant'è che Emanuele Filiberto è presidente onorario della vera Consulta. Insomma - aggiunge - questa operazione di Amedeo è approssimativa e poco sostenibile, nell'ambiente la definiscono tutti la pulcinellata della settimana. Nè il Corpo della nobiltà italiana, né il collegio araldico daranno avallo a una cosa di questo genere. Sicuramente il piccolo Umberto - conclude - non entrerà mai col titolo di principe di Piemonte nel libro d'oro», il testo su cui vengono registrati i nobili italiani.