12 ottobre 2025
Aggiornato 17:30

Immigrati, I medici insorgono: non siamo spie nč nč macellai

«Saremo obbligati a denunciare, non sarą una facoltą»

ROMA - I medici non sono spie, nč macellai. E le principali organizzazioni sindacali dei camici bianchi insorgono contro il governo e l'emendamento al ddl sicurezza con un nuovo allarme: se fosse abrogata la norma che vieta a chi cura un clandestino di denunciarlo, di fatto scatterebbe la previsione opposta. Cioč il medico sarebbe obbligato alla segnalazione e non avrebbe modo di sottrarsi senza rischiare a sua volta una denuncia.

In punta di diritto, i sindacati spiegano, infatti, che i medici sono da considerarsi al pari, secondo la giurisprudenza prevalente, di pubblici ufficiali. E in quanto tali sono obbligati a denunciare qualsiasi reato di cui abbiano notizia. Per cui se saltasse la norma che impedisce loro di denunciare i clandestini, vi sarebbero automaticamente obbligati. «Adesso basta», affermano in una dura nota le nove sigle sindacali.

«Prima l'offesa inqualificabile - denunciano - di essere macellai o nella migliore delle ipotesi, fannulloni. Poi gli attacchi diretti alla professione contenuti nella manovra economica e nella legge Brunetta sul pubblico impiego. Ed ora l'attacco alla nostra stessa dignitą e deontologia professionale che si vorrebbero mortificare, sancendo l'obbligo di denunciare i clandestini che si dovessero rivolgere a noi per essere assistiti».

A firmare il documento sono Anao-Assomed, Cimo-Asmd, Aaroi, Fp-Cgil-Medici, Fvm, Federazione Cisl Medici, Fassid, Fesmed e Federazione Medici Uil Fpl.