Afghano sequestrato in locale kebab per 7 giorni
Seviziato con la corrente e l'acqua ghiacciata, senza cibo
ROMA - E' rimasto chiuso in uno sgabuzzino di poco più di un metro quadrato per una intera settimana senza mai vedere la luce del giorno, l'afghano liberato ieri dalla mobile di Roma in una rosticceria turca. Era stato attirato in una trappola dai suoi aguzzini il 3 marzo. I quattro turchi, uno dei quali di etnia curda, lo avevano fatto venire in Italia dalla Germania con la promessa di un lavoro. Invece lo hanno sequestrato e chiuso nell'angusto locale, nel seminterrato della rosticceria. Per liberarlo pretendevano 20mila euro di riscatto.
Lo hanno costretto a chiamare un amico per chiedergli di trovare la somma, ma questo ha avvistato il fratello, che a sua volta ha denunciato il fatto alle autorità tedesche. La polizia tedesca ha poi avvisato quella italiana. Liberato finalmente ieri, il prigioniero, 34enne di nazionalità afghana, era disidratato, ma in condizioni tutto sommato non gravi, spiega Luca Armeni, direttore della sezione crimine organizzato della squadra mobile, soprattutto considerando quello ha passato. I suoi aguzzini infatti si sono accaniti su di lui sottoponendolo a sevizie con la corrente elettrica. Sul corpo aveva ancora i segni delle scariche.
Chiuso dentro lo sgabuzzino, riceveva ben poco da mangiare, ieri solo del pane con delle olive. Era costretto a utilizzare per i bisogni fisiologici bottiglie e buste di plastica, che rimanevano nel cubicolo. Non poteva distinguere il giorno dalla notte, poichè non vedeva mai la luce solare. In una occasione è riuscito ad aprire la porta, convinto che gli aguzzini non ci fossero, perché non sentiva più rumori. Appena fuori si è messo a urlare, per chiamare aiuto. Loro lo hanno sentito, si sono precipitati. Così l'hanno pestato e gli hanno rovesciato addosso un secchio d'acqua gelata. Dopo di che l'hanno rinchiuso nuovamente.
La vittima conosceva almeno uno degli aguzzini. La trappola era stata organizzata e pianificata con attenzione. L'afghano, che vive in Germania, era stato contattato qualche settimana fa dall'uomo, che gli offriva di assumerlo. Avrebbe dovuto vendere kebab nella sua rosticceria a Trastevere. I due si erano conosciuti un anno e mezzo fa in Germania, lavorando insieme in una azienda edile. Anche i quattro aguzzini, infatti, hanno vissuto in Germania, prima di trasferirsi in Italia.
La vittima, attirata dalla prospettiva di un lavoro, era venuto a Roma, accompagnato da due amici. Si è presentato all'appuntamento ed è scattata la trappola. Messo alle strette, ha chiamato i due amici che lo avevano accompagnato, avvisandoli della situazione. Loro naturalmente si sono spaventati, sono tornati in Germania, e hanno avvisato il fratello. Quest'ultimo ha sporto denuncia alla polizia tedesca, che ha avvisato quella italiana. Sono scattate così le indagini, che hanno portato ieri finalmente alla fine dell'incubo.