29 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Il 20 per cento delle vittime sono bambini

Tratta di esseri umani, Maroni: il terzo business mondiale dopo droga e armi

Il ministro dell'Interno a Lione per la 5^ Conferenza annuale dei capi degli uffici Interpol del mondo: «C'è l'esigenza di potenziare la cooperazione internazionale»

La tratta di esseri umani, prima di essere «un crimine odioso è una violazione dei diritti fondamentali dell'uomo e purtroppo i dati ci mostrano che il fenomeno è in crescita». Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni, intervenendo alla quinta Conferenza dei capi ufficio nazionale di Interpol, in corso oggi a Lione, sottolineando che «il dato forse più allarmante è che quasi il 20 per cento del totale delle vittime della tratta sono bambini, con percentuali fino al 100% in certe zone dell'Africa Occidentale».

Il business dei nuovi schiavi, ha spiegato Maroni, «è a livello mondiale il terzo dopo quello della droga e delle armi e questo business frutta diversi miliardi di dollari l'anno ai network criminali». Il fenomeno, ha annunciato, sarà approfondito alla riunione dei ministri dell'interno e della giustizia del G8 che si terrà a Roma a fine maggio.
«L'evidenza empirica - ha proseguito Maroni - indica che la prima causa della tratta è lo sfruttamento sessuale (oltre 3 casi su 4), mentre la seconda è lo sfruttamento lavorativo. Molto consistente, ma purtroppo poco visibile e quindi probabilmente sotto stimata, è la domanda di lavoro illegale infantile».

Il ministro ha poi rilevato che «appare particolarmente ben strutturata l'architettura delle organizzazioni criminali dedite alla tratta. Autentiche imprese transnazionali, che operano con moduli flessibili, spesso a base etnica. Sappiamo, ad esempio, che esistono forme di collaborazione tra mafie italiane e straniere in vista della spartizione dei vari segmenti del mercato (prostituzione, lavoro nero, accattonaggio, ecc ecc)».
Uno strumento fondamentale di prevenzione e contrasto della tratta, secondo il titolare del Viminale, «è dato dagli accordi di cooperazione in materia di sicurezza. L'Italia ne ha stipulati con 52 paesi».
«L'Italia - ha concluso Maroni - registra con grande preoccupazione l'espansione mondiale della tratta di esseri umani ed è consapevole dell'esigenza di potenziare la cooperazione internazionale per combatterla».

L'accordo con la Nigeria
Durante l'incontro Maroni ha citato l'accordo stipulato pochi giorni fa tra Italia, Nigeria ed Interpol.
Si tratta, ha detto il ministro dell'Interno, «di una forma molto avanzata di collaborazione di polizia volta a potenziare le capacità di contrastare la tratta, il traffico di migranti e la criminalità organizzata transnazionale. Questo accordo - ha continuato il ministro - permetterà il distacco in Italia di funzionari della polizia nigeriana, che così avranno modo di lavorare fianco a fianco alla polizia di frontiera italiana in posti di confine. Oltre a ciò, la direzione centrale per l'Immigrazione e la polizia di Frontiera italiana organizzerà attività di formazione per la polizia nigeriana. Una formula evoluta di cooperazione che, essendo maturata in ambito Interpol, si potrà avvalere anche dei suoi strumenti conoscitivi».
«Questa intesa - ha concluso Maroni - per i suoi contenuti e per la filosofia che l'ha ispirata avrà significative possibilità di sviluppo in futuro e potrà costituire un modello utile e suscettibile di ulteriori applicazioni in altri paesi e in altri ambiti della cooperazione di sicurezza».