I figli del gioielliere suicida: si è ucciso per nuove accuse
«Papà è cambiato dal 2003. Ha subito un grande trauma con la rapina. Lui credeva molto nella giustizia»
ROMA (Apcom) - Il suicidio del gioielliere Massimo Mastrolorenzi è stato provocato da una «forte depressione seguita al cambiamento dell'atto di imputazione», passato da eccesso di legittima difesa a duplice omicidio volontario. Ad affermarlo in un'intervista televisiva al Tg1 sono i suoi tre figli.
«Papà è cambiato dal 2003. Ha subito un grande trauma con la rapina. Lui credeva molto nella giustizia - ha detto la figlia - e soprattutto negli ultimi tempi il processo andava nel verso in cui lui non sperava e non si aspettava: non riusciva a capire perché non venisse creduto. A gennaio, quando è stato cambiato l'atto di imputazione, lui è andato in depressione e stava veramente male. Era morto dentro da tanti anni», ha aggiunto uno dei suoi figli, sottolineando che il suicidio è stato provocato dal fatto che Mastrolorenzi non ha retto «proprio all'ultima accusa di omicidio volontario» che gli è stata mossa dalla magistratura.
Il corpo di Mastrolorenzi è stato ritrovato ieri nella casa di via di Casalotti, a Roma. Il 64enne, nel 2003, uccise due rapinatori e il 20 febbraio scorso le accuse mosse dal pm per lui erano cambiate da eccesso di legittima difesa a duplice omicidio volontario, invece che eccesso colposo di legittima difesa. Mastrolorenzi il 9 maggio del 2003, picchiato e legato dai rapinatori che avevano fatto irruzione nella sua gioielleria in via Aldo Manuzio, nel quartiere Testaccio. L'uomo riuscì a liberarsi e sparò cinque colpi di pistola uccidendo Giampaolo Giampaoli e Roberto Marai.