1 maggio 2024
Aggiornato 23:30
Sicurezza stradale

Sì alla sicurezza sulle strade, no alla criminalizzazione del vino

No alla proposta di abbassare da 0,5 allo zero il tasso alcolemico per chi guida, non serve a nulla, ci vogliono invece più controlli per reprimere gli abusi

GENOVA - No alla proposta di abbassare da 0,5 allo zero il tasso alcolemico per chi guida, non serve a nulla, ci vogliono invece più controlli per reprimere gli abusi e una netta distinzione fra vino e superalcolici e una azione di maggiore conoscenza del disagio giovanile.
Giancarlo Cassini, assessore all'Agricoltura della Regione Liguria, forte di una posizione condivisa da tutti i suoi colleghi delle altre regioni italiane, scrive al governo, al ministro per le Politiche Agricole Luca Zaia, e ai parlamentari liguri per far cambiare idea alla Commissione Trasporti della Camera che sta discutendo la modifica del Codice della Strada.

«Credo sia necessario non parlare genericamente e solamente di alcool ,ma distinguere tra superalcolici e prodotti, come il vino, che sono oggetto di tutt'altro consumo e in altri contesti».
Se si vuole veramente affrontare il problema degli incidenti stradali causati da guida in stato di ebbrezza, sia necessario innanzitutto dire con chiarezza quali sono le vere cause che ne sono alla base, e quindi chiedersi quali correlazioni vi siano tra la possibilità di pubblicità esplicita e camuffata che ha trasformato l'uso di determinati prodotti in qualcosa di molto alla moda con l'adozione, da parte di giovani e giovanissimi, di determinati stili e modelli comportamentali».

Aggiunge Cassini:
«E' necessario chiederci se i meccanismi legati all'apertura dei locali di divertimento fino alle prime ore del mattino, che in molti casi favoriscono non solo di superalcolici , non abbiano una qualche connessione con l'uso e l'abuso di questi e se quindi non sia sensato affrontare il problema alla radice ripensando i tempi del divertimento e della notte».
Poi, l'assessore affronta nella lettera la questione vino.
«Altra cosa molto importante è spiegare che il vino, oltre che essere una bevanda storicamente e culturalmente legata in modo forte alla nostra storia e alla nostra cultura, ha, nella stragrande maggioranza delle situazioni, una modalità di consumo che è quanto di più lontano dallo sballo e dalla ubriacatura. Appartiene invece a una educazione al consumo moderato e consapevole, e nella stragrande maggioranza dei casi non ha legami con gli incidenti e le stragi che noi vogliamo ridurre».
«Tolleranza zero non vuole dire percentuale 0,0 di tasso alcolemico, ma controlli e prevenzione con sanzioni certe e pesanti nel caso di infrazioni alle regole che già ci sono e devono essere fatte rispettare.
Ad esempio non è un caso che in Francia la percentuale de incidenti sia disunita. Questo non perché le regole sono state inasprite ma perché si effettuano dieci volte i controlli che si eseguono in Italia e ancora, in Inghilterra, questo è avvenuto nonostante il tasso alcolemico sia di 0,8».
«In ultima analisi - conclude Cassini - ritengo sia sensato agire in modo differente su classi e categorie di persone diverse. E che debbano essere trattati in modo diverso, in via preventiva, prodotti che sono diversi , quali il vino ed i superalcolici, perché la soluzione non sta nell'abbassamento della soglia del grado alcolemico».