Codici: «Non è la militarizzazione dei vigili urbani la risposta al bisogno di sicurezza dei cittadini»
«Più controlli e più risorse alle forze dell’ordine»
ROMA - A Roma oggi il Consiglio Comunale dovrebbe dare il via libera definitivo al provvedimento che prevede la restituzione ai vigili urbani della pistola di ordinanza. Dopo trentun anni, dunque, torna l’armamento per la Municipale: in dotazione pistole semiautomatiche, manganello e spray urticante. La delibera, che ha già ricevuto il visto dalla giunta capitolina e dalle commissioni consiliari «sicurezza» e «personale», probabilmente verrà approvata in giornata, se il numero di emendamenti presentati non ostacolerà i lavori.
I vigili, dunque, avranno in dotazione una pistola ma solo dopo aver conseguito l’abilitazione al termine di un apposito corso teorico-pratico di tiro. Chi fra loro volesse rinunciare all’arma avrà 60 giorni di tempo, dal momento dell’entrata in vigore del nuovo regolamento, per fare «obiezione di coscienza».
«Roma ha bisogno di maggiore sicurezza e i fatti di cronaca dell’ultimo periodo lo confermano: non è più accettabile che si verifichino episodi di violenza senza che le istituzioni intervengano con fermezza», dichiara il Segretario Nazionale di Codici Ivano Giacomelli. E aggiunge: «Non è, però, la militarizzazione dei vigili urbani la risposta adeguata: servono maggiori controlli e il potenziamento dei mezzi delle forze dell’ordine. Fornire a tutti i vigili un equipaggiamento, con una pistola di ordinanza, sarà una spesa non indifferente. Sarebbe più opportuno destinare queste risorse al rafforzamento dei mezzi già in uso dalle forze dell’ordine che, a tutt’oggi, devono razionare la benzina ed hanno uffici con strumentazione inadeguata.
Possedere un’arma, poi, è una responsabilità che richiede, oltre ad un addestramento specifico anche una capacità di gestione psicologica ed emotiva della situazione, cosa che non si può richiedere a tutti. Armare persone inesperte non contribuisce alla sicurezza dei cittadini; può dimostrarsi, invece, un fattore di rischio aggiuntivo. Pertanto chiediamo che l’iter per l’abilitazione a detenere l’arma sia molto rigido, prevedendo anche la presenza di personale che fornisca un supporto psicologico, al fine di preservare l’incolumità di tutti i cittadini».