16 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Traffico illecito di rifiuti

Legambiente: «Ben oltre i confini di Gomorra»

«Urgente rivedere il ddl sulle intercettazioni telefoniche e completare l’iter istitutivo della commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti»

«Continua lo sporco affare dei rifiuti; siamo ben oltre i confini di Gomorra». E’ il segnale d’allarme lanciato da Legambiente a commento dell’operazione del Noe di Pescara che ha smantellato un’organizzazione dedita al traffico illecito di rifiuti, con base in Abruzzo e diramazioni in diverse altre regioni del territorio nazionale.

Nel congratularsi con le forze dell’ordine e le procure che hanno svolto le indagini, Sebastiano Venneri, vice presidente di Legambiente, insiste: «E’ chiaro che non esistono isole felici: i traffici illeciti coinvolgono il Paese nella sua interezza e riguardano anche grandi aziende del panorama nazionale, come dimostra il coinvolgimento dell’Ilva di Genova nell’indagine odierna. Ecco perché è davvero necessario non abbassare la guardia ma rilanciare invece con urgenza l’attenzione nei confronti dei traffici delle ecomafie».

Per Legambiente occorre prevedere immediatamente la deroga sul reato di organizzazione di traffico illecito di rifiuti, che in base al testo del disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche e ambientali non sarebbe più ascoltabile da magistratura e forze dell’ordine. Completare al più presto l’iter di approvazione definitiva della legge istitutiva della commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. E inserire, una volta per tutte, i delitti ambientali nel codice penale.
«L’Abruzzo è di nuovo al centro di una rete nazionale di traffici illeciti di rifiuti - aggiunge Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo -. Torniamo a chiedere all’imprenditoria regionale un’operazione trasparenza che consenta di individuare le distorsioni sul mercato e la gestione dei rifiuti».