20 aprile 2024
Aggiornato 03:00
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«Gabbie razziali per accesso alla scuola di alunni stranieri»

Assessore Vesco: «Provvedimento approvato dalla Camera vergognoso»

«La norma sull'accesso degli studenti stranieri alla scuola dell'obbligo ricorda la segregazione razziale è irrazionale e incostituzionale perché trasforma la scuola pubblica in un privilegio». L'assessore regionale all'immigrazione Enrico Vesco interviene sul provvedimento approvato oggi dalla Camera dei Deputati per l'istituzione di classi riservate agli alunni stranieri nella scuola dell'obbligo italiana.

«Il Parlamento - ha sottolineato l'assessore Vesco - si è vergognosamente tinto di «verde Lega» e ha deciso che esistono bambini di serie A e di serie B in base alle sole origini geografiche. Ma ci rendiamo conto della gravità del precedente? Se la scusa per operare queste discriminazioni è la capacità di comprensione ed espressione quale sarà il prossimo passo? Abolire gli insegnanti di sostegno e creare ulteriori classi differenziate? Istituire un esame di stato alla fine della scuola materna? Si tratta di follia».

Secondo l'assessore all'Immigrazione della Regione Liguria «la mozione approvata alla Camera è figlia della riforma Gelmini perché l'introduzione del maestro unico porterà a ridurre il tempo dedicato ad ogni alunno e ovviamente non consentirà all'insegnante di seguire con attenzione nessun bambino, tanto meno gli stranieri con problemi linguistici. Il punto è riconoscere l'istruzione come un settore fondamentale per il futuro del nostro Paese che merita maggiori investimenti, il Governo preferisce invece tagliare fondi e personale, magari per ridurre le tasse ai ricchi».

«La strada da percorrere - conclude Vesco - è completamente diversa. Occorre investire sui mediatori culturali, figure davvero in grado di favorire l'integrazione. E proprio questo è quello che sta cercando di fare la Regione Liguria, che quest'anno ha approvato un progetto che prevede lo stanziamento di 427.000 euro per sostenere i servizi di mediazione esistenti nelle quattro province e promuoverne la diffusione sul maggior numero di soggetti possibili».