Sanità: Proposte Cisl per rivoluzione copernicana
Bernava: «Sì a piano rientro, facciamo appello a assemblea regionale»
«Case della salute» come centri di prevenzione e cura, nel territorio. Unità di valutazione geriatria nei distretti sanitari, per l'assistenza agli anziani. Anche a casa. E poi la specializzazione degli ospedali pensati come «istituti scorporati dalla burocrazia delle Asl»; e lo sviluppo dei servizi di emergenza, anche a valle della riorganizzazione del 118.
Sono alcune delle proposte lanciate oggi dalla Cisl Sicilia, a Palermo, durante un faccia a faccia con l'assessore regionale al ramo, Massimo Russo. Il meeting ha fornito l'occasione al sindacato guidato nell'Isola da Maurizio Bernava, per motivare «la sintonia con le linee del piano di rientro» dal deficit di settore, messo a punto dall'assessore. Per Bernava il piano è «una necessità perché - ha spiegato - non ci sono alternative alla lotta agli sprechi e alla politica di risanamento e riqualificazione della spesa». Va rispettato «per scongiurare il rischio del commissariamento dell'assessorato, negativo per l'immagine della Regione, e perché la Sicilia perderebbe i finanziamenti di cui è creditrice nei confronti dello Stato», hanno puntualizzato in un documento congiunto, i numeri uno delle federazioni Cisl del pubblico impiego Marco Lombardo, dei pensionati Carmelo Raffa e dei Medici, Enzo Massimo Farinella. In pratica, hanno spiegato, sono 900 milioni a cui vanno aggiunti due miliardi e 800 milioni di mutui.
È per questo, ha insistito Bernava, che «facciamo appello a maggioranza e opposizione all'Ars, affinché si assumano la responsabilità di sostenere un disegno che apre alla riorganizzazione del settore». Perché dopo il rientro dal deficit, ha affermato il segretario Cisl, serve «un piano di sviluppo che guardi lontano, nel segno di una rivoluzione copernicana che metta al centro il cittadino». Russo ha fatto proprio l'appello della Cisl. E ha illustrato le linee della propria strategia centrata sulla «medicina del territorio» e sulla «responsabilità del rinnovamento», ha dichiarato facendo eco alle richieste sindacali. Così, in Sicilia «è una cosa folle - ha detto - avere, complessivamente, 29 aziende sanitarie. Penso a un modello in cui si integrino nove Asl, due grandi ospedali di rilievo nazionale e di alta specializzazione. E tre policlinici per l'alta formazione».
E penso anche a un «ritorno al medico di famiglia». «È nostra opinione - continua il documento Cisl - che il piano di rimodulazione della rete ospedaliera e territoriale non possa prescindere dal decollo di un'ampia rete di assistenza nel territorio, sinora mortificata dalle scadenti dinamiche gestionali espresse dai direttori generali». E a proposito dei manager della sanità, la Cisl chiede che siano svolte «verifiche intermedie sugli obiettivi assegnati, con decadenza ed esclusione dall'albo regionale in caso di risultato negativo». Tra le altre proposte del sindacato, il mantenimento dei presidi sanitari nei luoghi di particolare «disagio geografico»: dalle isole minori alle aree montane. E il potenziamento dei servizi di riabilitazione e medicina veterinaria.