Lotta alla tratta e alla prostituzione nel territorio aretino
Prosegue il progetto «Un'Altra Strada»
Settimo anno di vita per il progetto «Un'altra Strada», un'iniziativa promossa dall’Amministrazione provinciale di Arezzo in collaborazione con la Prefettura, con cui sono stati realizzati interventi in ambito sociale contro il traffico di persone a scopo di sfruttamento sessuale. Con il progetto, infatti, è stato possibile strutturare percorsi di assistenza e integrazione che hanno favorito il processo di inclusione socioprofessionale e la promozione di politiche di cittadinanza attiva e di pari opportunità.
Fin dal 2001 la Prefettura di Arezzo si è sempre dimostrata sensibile al fenomeno della prostituzione ed ha avviato un lavoro efficace sul territorio istituendo un gruppo di lavoro permanente composto dai rappresentanti di istituzioni pubbliche, del terzo settore e del privato sociale. Il successo delle azioni intraprese ha poi condotto, nel 2006, alla firma di un protocollo d’intesa che ha sancito la collaborazione tra i diversi soggetti coinvolti.
Per condividere le «buone prassi» fin qui adottate e per progettare future strategie operative è stato organizzato un seminario di lavoro dal titolo «Progetto Un’Altra Strada: risultati, obiettivi e sviluppi», che si è svolto martedì 23 settembre presso la sala dei Grandi della Provincia.
La giornata di lavoro ha registrato diversi interventi che hanno riportato sia l’esperienza aretina, che esempi di buone prassi realizzate in altre regioni.
Il Prefetto di Arezzo, Salvatore Montanaro, nel portare il proprio saluto ha sottolineato l’importanza della rete tra le istituzioni e tra queste e il volontariato sociale, per arginare un fenomeno così particolare e per dare risposte concrete al bisogno di inserimento sociale e lavorativo delle vittime di tratta e sfruttamento sessuale. Proprio per i buoni risultati fino a qui ottenuti il Prefetto ha confermato massimo apporto per il suo sviluppo e prosecuzione.
Presenti alla giornata di studio la Senatrice Silvia Della Monica, Aldo Morrone, dell’Istituto Sanità per le popolazioni migranti, Roberto Della Rocca della Questura di Venezia e Tiziana Bianchini della Cooperativa Lotta contro l’Emarginazione di Milano.