Castelli: espulsioni detenuti stranieri già in vigore con la Bossi-Fini
«Tra le norme pensate come più efficaci vi è anche quella relativa alla possibilità di espellere i detenuti stranieri»
ROMA - «Sulla questione dei detenuti stranieri che affollano le nostre carceri e sulle espulsioni previste dal piano del governo occorre fare un po’ di chiarezza. Spesso in Italia, quando qualcosa non va, si invocano nuove leggi atte a risolvere il problema, dimenticando che esse già ci sono e che semplicemente non vengono applicate e quindi cadono nel dimenticatoio. Paradigmatico è il caso relativo alla necessità di diminuire la pressione sul nostro sistema penitenziario.
Tra le norme pensate come più efficaci vi è anche quella relativa alla possibilità di espellere i detenuti stranieri. Su questo punto divampa la polemica e su di essa come al solito i «cervelloni» della sinistra in generale e di Repubblica in particolare, distillando dall’alto la loro scienza ci fanno sapere che è una norma impossibile da applicarsi. Ci si dimentica che detta norma non soltanto è assolutamente razionale e applicabile, ma è in vigore dal settembre 2002, essendo contenuta nell’articolo 15 della Bossi-Fini, che recita: «Espulsione a titolo di sanzione sostituiva o alternativa alla detenzione».
Articolo che ricordo benissimo avendolo voluto e pensato personalmente. Particolarmente significativo il comma 1, che consente direttamente al giudice che intende irrogare una pensa detentiva entro il limite di due anni di sostituirla con la misura dell’espulsione per un periodo non inferiore a 5 anni. E il comma 5 che consente di espellere lo straniero nel caso debba scontare una pena detentiva anche residua non superiore a due anni. Per i delitti più gravi ho provveduto a suo tempo a promuovere accordi con Albania e Romania affinché detenuti stranieri potessero scontare la pena nel loro Paese di origine. Mi risulta però che questa norma sia stata pochissimo applicata. Invece la Bossi-Fini, che è peraltro assai favorevole ai condannati perché di fatto consente loro addirittura la libertà a patto che non vengano più a fare danni in Italia, è come già detto in vigore già da lungo tempo e ha consentito nel periodo tra il 2002 e il 2006 di allontanare dal nostro sistema penitenziario migliaia di individui, con un ritmo di circa 100 al mese.
Di questi dati sono certo perché seguivo personalmente e con cadenza quasi diuturna la questione. Mi risulta peraltro che nei due anni del governo Prodi questa prassi sia caduta pressoché in disuso, essendole stati preferiti modi più sbrigativi, ancorché disdicevoli, quali l’indulto. Occorre a mio parere rivitalizzarla al più presto perché essa si è dimostrata di grande efficacia e nessuno ha mai sollevato critiche o obiezioni». Lo dichiara il senatore Roberto Castelli, sottosegretario al Ministero Infrastrutture e Trasporti ed ex ministro della Giustizia.