Rutelli: «Ho fiducia nel partito democratico»
«Il governo merita molti giudizi negativi e non manterrà le promesse fatte con gli italiani in campagna elettorale»
Una lunga giornata di dibattiti politici quella del 5 settembre alla Festa Democratica. A concluderla un'intervista a Francesco Rutelli da parte del direttore del Tg3, Antonio Di Bella, concentrata sulla politica italiana e su quella internazionale e le emergenze sottovalutate dal governo, come le morti bianche e l'ambiente.
Critiche. Rutelli ha spiegato chiaramente che a differenza dei recenti dibattiti politici dove sono state avanzate critiche nei confronti del PD, lui, questa sera, ha voluto invece prendersela con la destra! Un governo che merita molti giudizi negativi e che non manterrà le promesse fatte con gli italiani in campagna elettorale.
«Va dato atto a Berlusconi di aver dimostrato una grande tenuta. Nel 2005 aveva una popolarità sotto il 30% e ha fatto proprie le parole di Konrad Adenauer «cadere non è pericoloso né irreparabile lo è non rialzarsi». Ora è il momento che il PD si rialzi e interrompa il potere ipnotico di Berlusconi.
Ma a parte questa «concessione» il giudizio è impietoso contro il governo. I primi provvedimenti sono stati l'impunità con il lodo Alfano, la voglia di Bossi di reintrodurre l'ICI e quella di Calderoli di mettere un'imposta sulla casa, affossare i comuni e le classi meno abbienti e uccidere la scuola pubblica.
Il programma dell'inflazione è stato fissato al 1,7% che rappresenta meno della metà del tasso reale. Non vengono garantiti il potere d'acquisto e i redditi degli italiani. E non ci si può appellare solo alla situazione internazionale se l'economia non va bene.
Il maestro unico? Non è affatto al passo con la società plurale e pluralista. I bambini che non trovassero un buon rapporto con il loro insegnante rischierebbero di «inciampare» socialmente per il solo fatto di tenerselo per 5 anni. In realtà il disegno è molto chiaro: significa tagliare 80mila posti di lavoro e negare le possibilità di confronto culturale per i bambini.
Morti bianche. Il governo Prodi approvò una norma che obbligava la registrazione dei lavoratori il giorno prima dell'inizio dei lavori nei cantieri. Questo era una garanzia di maggiore attenzione che evitava la brutta prassi che ogni nuova assunzione fosse legata agli incidenti o, addirittura la morte dei lavoratori. «In nessun cantiere, sotto la mia gestione di ministro dei Beni Culturali, c'è stato un solo incidente. E lo stessa attenzione è stata applicata durante la mia esperienza di sindaco di Roma con un meccanismo di controllo e coordinamento finalizzato». La destra a cancellato questa norma. E ora ci sta riportando indietro l'orologio della vita sociale italiana.
Il Partito democratico. È necessario un cambio di marcia nel PD. «Ho fiducia nel partito democratico e Veltroni ha il mio sostegno perché vedo nel suo agire questo cambio. Le critiche al segretario sono ingiuste. Con le primarie ha avuto un largo mandato e oggi il PD rappresenta un terzo degli elettori italiani. Tutti noi dobbiamo contribuire alla crescita del consenso. È giusto che Veltroni abbia il tempo e gli strumenti necessari per guidare questo partito».
Il PD deve avere l'umiltà per recuperare credito con messaggi più semplici e una comunicazione più diretta. Deve radicarsi nel territorio perché lo chiede il suo popolo. Deve catturare gli indecisi e soprattutto quel centro moderato che ci ha girato le spalle. Ricostruire le condizioni competitive parlando direttamente con la sua base e con quelli che a breve termine saranno scontenti di Berlusconi.
Nello stare all'opposizione si ha un vantaggio: si prepara il futuro. «Motivando i propri e recuperando anche i voti dall'altra parte potremmo ribaltare l'andamento che ci ha visto sconfitti: Fare come hanno fatto i laburisti inglesi che, dopo 16 anni di Thatcher, attraverso think tanks hanno studiato come vincere. Oppure fare come i conservatori americani, un tempo ridicolizzati dalla grande stampa, che hanno saputo trovare il modo di resettare una parte dell'opinione pubblica americana e conquistarne il consenso.
Per Rutelli il Partito democratico deve puntare su: 1) la tutela e il potere d'acquisto degli italiani; 2) il tema della sicurezza va riguadagnato e non lasciato in mano alla destra demagoga e populista. Le forze dell'ordine sono deluse dai tagli alle risorse che hanno subito e con l'arrivo dell'esercito nelle strade è stata screditata la loro professionalità e organizzazione; 3) ripensare al futuro dell'ambiente e alle politiche che possono essere attuate a livello globale e nazionale.
Ambiente. Per il tema dell'ambiente Rutelli si accalora molto perchè sente la necessità di garantire un futuro alle prossime generazioni. «L'età del petrolio finirà quando riusciremo a trovare un mix alternativo di risorse alternative». Se si guarda bene il mondo si vede come il passaggio a nord-ovest trovato da Roald Amundsen non c'è più. Due milioni di persone sono sotto l'alluvione in India. Anche il Cile è allagato. Gli uragani stanno gettando nel terrore le popolazioni caraibiche e americane. «Tutto questo ci pone grandi interrogativi. Non possiamo più dipendere dai dittatori del mondo per il nostro fabbisogno energetico».
Le alleanze. La nascita del PD ha spinto anche la destra a cambiare la visione delle alleanze e a creare il Popolo delle libertà. Ma la vera novità del PD è quella di fondare l'alleanza sul proprio programma. «Allearsi con noi significa condividere il nostro programma. È finito il tempo in cui i programmi erano il frutto di compromessi e frazionamenti. Il PD è il completamento del progetto dell'Ulivo, la giusta conclusione del suo percorso. Sicuramente gli accordi a livello locale avranno strade diverse da quelli nazionali. Non regaliamo il rientro del centro che si è staccato da Berlusconi, dialoghiamo con tutti ma non in modo coatto o alla ricerca del punto mediano dell'accordo».
Federalismo: Il PD non è romano-centrico. Ma il federalismo non è di proprietà della Lega. L'Italia è basata sulla storia delle sue diversità. Firenze e il suo Dante hanno creato la loro arte nella testimonianza dell'asprezza delle diversità. Le città sono il loro specchio ed il motore che sprigiona energia. «Se il partito di Bossi si chiama Lega Nord e non Lega federalista significa che vuole spostare gli equilibri verso una parte ben precisa del paese. Il federalismo da loro proposto manca di una risposta chiave: chi ci rimette?»
Alitalia: La nostra compagnia di bandiera vedrà 3250 esuberi, 2750 lavoratori da ricollocare, 3000 precari a cui non sarà rinnovato il contratto. Nel complesso 9000 persone. La differenze tra il piano proposto da AirFrance e questo della cordata italiana sono chiare: il progetto francese prevedeva il triplo degli investimenti. In quello italiano i debiti li pagano i cittadini e non gli imprenditori.»Forse oggi, nelle condizioni che il governo ha posto ci sono state delle proposte che non si potevano rifiutare come si diceva nei film western».
A.Dra