29 marzo 2024
Aggiornato 08:30
Alzheimer a Verona

Valdegamberi a consegna attestati formazione assistenti domiciliari

«Badanti sono fondamentali per servizi sociali ma vanno regolarizzate»

«Le badanti, il servizio da loro svolto per i non autosufficienti, sono importantissimi per le famiglie venete e per la gestione delle politiche sociali e devono uscire dal lavoro nero che attualmente ne costituisce i due terzi e poter emergere, essere regolarizzati all’interno dei flussi migratori. Lo chiedono le famiglie, lo chiede la Regione Veneto. Rinnovo in questo senso l’appello ai Ministri competenti affinchè si crei una corsia preferenziale nei decreti specifici per queste immigrate».

Lo ha detto stamani a Verona, nella sede dell’Azienda Ulss n.20, Stefano Valdegamberi, Assessore regionale alle politiche sociali, intervenuto alla consegna degli attestati per assistente domiciliare, a conclusione del corso organizzato dall’Associazione Alzheimer Italia-Verona che si è prefisso di realizzare un percorso formativo innovativo mettendo insieme teoria e pratica a diretto contatto con i malati, in modo da sperimentare tecniche socio-riabilitative e relazionali utili alla gestione dei disturbi comportamentali e al mantenimento delle abilità residue del malato.

«Le assistenti familiari - ha proseguito l’Assessore - svolgono un lavoro delicato e impegnativo di assistenza alla persona che deve essere qualificato, formato adeguatamente da parte delle istituzioni e del mondo del volontariato ma per farlo dobbiamo rapportarci con persone che abbiano un contratto regolare con le famiglie, non che siano irregolari. Il problema della non autosufficienza, e al suo interno della patologia di Alzheimer, è un problema enorme con il quale l’intera Europa sta facendo i conti. In ottobre la Regione Veneto sarà uno dei relatori al convegno specifico organizzato a Parigi dalla Presidenza francese come presidenza di turno dell’Unione per capire come attrezzarsi per affrontare la sfida epocale posta da questa malattia che è in crescita esponenziale. Sarà molto importante - ha spiegato Valdegamberi - guardare alle buone prassi che si stanno realizzando, anche nel Veneto, ad esempio con l’apertura di sportelli di informazione, con la costituzione di gruppi che mettono insieme volontari e familiari. L’obiettivo è la costruzione di un sistema articolato che consenta di fornire risposte adeguate da parte dei servizi e degli operatori, risposte che coniughino buona conoscenza della parte medica e assistenziale tramite una formazione mirata e contatto pratico capace diretto della persona e della famiglia».

L’Assessore ha ricordato che la Regione sta portando avanti un progetto che prevede interventi sperimentali per la qualificazione del lavoro delle assistenti familiari regolari. Le Ullss stanno mettendo in cantiere i corsi di formazione e le Conferenze dei Sindaci dovranno inserirli nei Piani Locali per la Domiciliarità. Il finanziamento regionale per l’iniziativa è di 600 mila euro. Nel Veneto, si stima che le assistenti familiari siano all’incirca tra le 25 e le 30 mila al 99,9% donne adulte provenienti nella maggioranza da Paesi dell’Est Europa. La Regione Veneto, dal 2002, ha assegnato contributi economici alle famiglie che si avvalgono di una assistente familiare per la cura di un congiunto non autosufficiente, a condizione che il rapporto di lavoro sia regolarizzato del rapporto di lavoro e tenuto conto della situazione economica familiare. Nel 2007 sono stati oltre tremila coloro che hanno richiesto questo specifico contributo.