12 ottobre 2025
Aggiornato 13:00
Accolto il ricorso della Cisl di Milano

Decreto flussi: Il Tar sospende il rilascio dei nulla osta

La Cisl sin da subito aveva denunciato gravi falle nel sistema informatico che gestiva la spedizione delle domande

Qualcosa non ha funzionato nel «click day» quando centinaia di migliaia di datori di lavoro italiani si sono messi al computer per partecipare alla corsa per ottenere l'autorizzazione ad assumere lavoratori extracomunitari. Il Tar della Lombardia ha, infatti, accolto un ricorso della Cisl di Milano che sin da subito aveva denunciato gravi falle nel sistema informatico che gestiva la spedizione delle domande, e ha ordinato la sospensione del rilascio dei nulla osta alla Prefettura di Milano.

L'ordinanza è del 27 agosto ma è stata resa nota oggi. I computers si erano «impallati» quando dovevano leggere nomi e cognomi troppo lunghi (in particolare quelli di lavoratori nazionalità cingalese) con grave danno non solo dei cingalesi stessi, ma anche di tutti coloro che venivano inseriti subito dopo di essi e che, a causa del blocco, non hanno potuto partecipare alla «corsa contro il tempo» (come si ricorderà i posti - 170.000 a fronte di 700.000 domande - sono andati esauriti dopo pochi minuti dal «via», che era stato dato alle 8 del 15 dicembre 2007). Ora il Tar della Lombardia - su ricorso di un gruppo di datori di lavoro, sostenuti dalla Cisl e difesi dagli avvocati Silvia Balestro e Alberto Guariso - ha dato ragione al sindacato.

«I giudici - spiega Maurizio Bove, responsabile dell'Ufficio immigrazione della Cisl milanese - hanno ritenuto del tutto plausibile che il sistema non abbia funzionato e hanno ordinato alla Prefettura di Milano di spiegare esattamente entro 30 giorni cosa è accaduto e, al fine di evitare ulteriori danni ai datori di lavoro e ai lavoratori che avevano subito il 'blocco', hanno sospeso il rilascio di ulteriori nulla osta in relazione alle istanze spedite il 15 dicembre: ciò significa che fino a quando la questione non sarà chiarita, la Prefettura milanese non potrà più dare nuove autorizzazioni alla regolarizzazione».

«La Cisl - aggiunge Gilberto Mangone, della segreteria del sindacato di via Tadino - ritiene che questa vicenda costituisca un'ulteriore prova dell'irrazionalità del sistema delle quote com'è oggi
strutturato, che danneggia non solo gli stranieri che aspirano a lavorare regolarmente in Italia ma anche i datori di lavoro, e sollecita nuovamente una rapida modifica della normativa in materia che estenda le possibilità di assunzione e superi l'illogica 'roulette' che disciplina le procedure di regolarizzazione».