Incidenti: le richieste di Adiconsum a Mantovano e alla Procura
Gravi responsabilità della società concessionaria del tratto autostradale Venezia-Trieste, teatro del grave incidente della scorsa settimana. I 7 morti dimostrano come gli utili siano interesse predominante rispetto alla sicurezza stradale
Adiconsum chiede alla Procura della Repubblica di appurare le responsabilità della non messa in sicurezza dell’autostrada, costringendo la concessionaria ad approntare tempestivamente i lavori di adeguamento.
Adiconsum chiede al ministro Mantovano di mettere in condizione la Polizia Stradale di svolgere al meglio il proprio lavoro e di rafforzare il pattugliamento sulla rete viaria.
Il filmato mandato in onda dai vari telegiornali evidenzia le gravi carenze strutturali del tratto autostradale Venezia-Trieste.
L’assenza di una efficace barriera centrale antintrusione su un tratto di autostrada gravato da un pesantissimo flusso veicolare pesante ed aggravato dal traffico dei vacanzieri, è all’origine del gravissimo bilancio di sangue dell’incidente della scorsa settimana.
Adiconsum chiede alla Procura della Repubblica:
1. di non fermarsi alla pura dinamica del sinistro, ma di indagare sulle responsabilità derivanti dalla non messa in sicurezza dell’autostrada, che pur generando alti utili non genera altrettanti investimenti nella sicurezza dei viaggiatori;
2. di considerare che non si tratta di un primo, isolato incidente, ma di un costante stillicidio di morti e feriti pur in presenza delle pesanti denunce delle stesse associazioni degli autotrasportatori sulla pericolosità del tratto.
Adiconsum chiede che siano intraprese urgenti misure per la messa in sicurezza dell’autostrada, obbligando la concessionaria ad intervenire con tempestività con i lavori di adeguamento del tratto alle più normali norme di sicurezza.
Adiconsum chiede al Ministro Mantovano, che sostiene l’effetto evanescente della patente a punti, di rafforzare e mettere in condizione la Polizia Stradale di svolgere il proprio lavoro. Non è con misure populistiche di repressione e criminalizzazione della mobilità che si ottengono risultati, ma soltanto con un costante impegno sulla prevenzione e l’educazione dei cittadini.