29 marzo 2024
Aggiornato 15:00

Sanità: Sandri scrive su vicenda specializzandi a Verona

«Rispettare una chiarissima circolare del 2004». Interessato al problema anche il governo nazionale

Con una lettera inviata al Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Verona Sandro Caffi, al Rettore dell’Università Alessandro Mazzucco e, per conoscenza, al Ministro del Welfare Maurizio Sacconi e al Sottosegretario Francesca Martini, l’Assessore regionale alla Sanità del Veneto, Sandro Sandri, è intervenuto oggi ufficialmente sulla vicenda, evidenziata da più parti nei giorni scorsi, dei medici specializzandi utilizzati nei turni di guardia notturni senza la presenza di un medico strutturato in qualità di «tutor».

Nella sua lettera, Sandri fa riferimento ad una circolare emanata già il 28 luglio 2004 dall’allora Direttore Generale dell’A.O. di Verona Valerio Alberti nella quale, tra l’altro, si legge che «lo specialista in formazione (cioè lo specializzando) impegnato in attività di guardia deve essere tutelato da un medico strutturato. Quest’ultimo, nominativamente individuato ed inserito nello specifico calendario dei turni di guardia, deve essere in grado di fornire in ogni caso di necessità rapida consulenza e tempestivo intervento». Allegando l’intera circolare, Sandri ricorda che «il primario interesse della Regione del Veneto è l’assoluta tutela della salute dei cittadini che si trovino ricoverati a qualsiasi ora presso le strutture sanitarie», invita i destinatari della sua missiva «a verificare affinché questo provvedimento venga puntualmente applicato» e chiede di «essere informato circa la concreta attuazione delle stesso».

«Ho mosso questo passo ufficiale – dichiara lo stesso Sandri – nell’interesse di tutti: dai cittadini ricoverati che hanno il diritto di ricevere le migliori cure possibili in ogni momento delle 24 ore, agli stessi specializzandi che, in quanto tali, sono giovani ed inevitabilmente inesperti e non devono rischiare il loro futuro professionale per la necessità di assumere decisioni che non competono a loro. Posso arrivar a capire qualche rara eccezione – conclude Sandri – ma che l’assenza di un tutor sia la regola è assolutamente improponibile».