19 aprile 2024
Aggiornato 13:00
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Dal dronista all’influencer, le parole «tech» che entrano nello Zingarelli 2018

Molte nuove parole trovano spazio nell'edizione 2018 dello Zingarelli. I voboli scattano la fotografia di una società sempre più permeata dai social network e dalla tecnologia

Dal dronista all’influencer, le parole «tech» che entrano nello Zingarelli 2018
Dal dronista all’influencer, le parole «tech» che entrano nello Zingarelli 2018 Foto: Shutterstock

ROMA - Che la tecnologia, internet e il digitale abbiano completamente permeato le nostre vite si evince dai nuovi «ingressi» nell’edizione 2018 del vocabolario Zingarelli. Un pullulare di vocaboli che rappresentano la nostra società che si evolve, che «importa» modi di dire e parole oltre confine, laddove sono nati quei colossi che hanno cambiato per sempre il nostro modo di comunicare. Tra i nuovi vocaboli troviamo infatti termini come Influencer, Youtuber, Spammare, Taggatura. E’ il linguaggio anglofono, completamente assorbito da internet, a prendere il sopravvento nei nuovi ingressi dello Zingarelli che, quest’anno, celebra il primo secolo di vita. E che fotografa un’Italia sempre più «contaminata» dal digitale, dagli smartphone e dai social network.

Amicizia e Facebook
Ragazzi che giocano a pallone in un parco, in una delle età più incantevoli della vita, l’adolescenza. Quando pensiamo all’amicizia è un po’ questa l’immagine che appare davanti agli occhi. Di fatto, il dizionario, ne dà una definizione verosimile «Reciproco affetto, costante e operoso, tra persona e persona, nato da una scelta che tiene conto della conformità dei voleri o dei caratteri e da una prolungata consuetudine». Nello Zingarelli 2018, tuttavia, la parola Amicizia assume una nuova accezione: «Relazione che si stabilisce fra due utenti Facebook quando esprimono reciproco consenso a condividere i contenuti del proprio profilo». Ed ecco che l’immagine dei ragazzi al parco cambia improvvisamente, lasciando spazio agli schermi degli smartphone, al blu dell’icona del social network di Mark Zuckemberg e al trillo (a tratti fastidioso) che emette il nostro telefono quando ci arrivano le fatidiche richieste di amicizia, non sempre ben accette. Che lo vogliamo o no, in questa società, a quanto pare, si è prima «amici» sui social network che nella vita reale.

Il dronista
Secondo gli ultimi dati che abbiamo a disposizione (quelli di Gartner, ndr.), il mercato dei droni dovrebbe aver raggiunto un valore di 6 miliardi di dollari nel 2017. Nel 2016 sono stati venduti 2,152 milioni di droni in tutto il mondo, di cui circa 2 milioni per uso personale e il resto per uso commerciale. Cifre che alla fine dovrebbero sfiorare i 3 milioni di droni venduti (2,99 milioni per l’esattezza). Le analisi parlando di 11,2 miliardi di valore entro il 2020. Nell’espansione di questa nuova tecnologia, un buon zampino, ce lo ha messo anche Amazon che da diversi anni sta lavorando per utilizzare flotte di droni per rendere più rapide le consegne delle sue merci. E che ora pare abbia depositato un brevetto per droni che si «autodistruggono» ovviamente dopo aver portato a termine la loro missione (quella di consegnare gli articoli ordinati su Amazon). Per chi ancora non conosceva queste piccoli robot che sorvolano il cielo, Amazon ha contribuito a diffonderne la percezione. La maggior parte dei droni, tuttavia, sono utilizzati per scopi ludici o dai media per la realizzazione di reportage video o fotografici. L’interesse sempre più crescente per i droni, ha spinto lo Zingarelli a inserire nelle sue pagine la parola «Dronista», riferita, appunto, a chi guida queste tecnologie. (Ultimamente anche attraverso comandi vocali).

Influencer
L’abbiamo vista spesso, questa parola, soprattutto durante quest’anno, troneggiare tra le titolazioni dei media. Una bufera scoppiata questa estate quando l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato aveva tirato le orecchie e Chiara Ferragni e Fedez a causa dei rapporti poco chiari che intercorrevano tra loro e i brand per cui facevano pubblicità, a quanto pare, occulta. Invitando sia brand che influencer alla massima trasparenza e chiarezza sull’eventuale contenuto pubblicitario dei post pubblicati. Nell’era dei social media, gli «influencer» sono diventati un preziosissimo strumento di comunicazione per le aziende. Per i brand è senza dubbio vantaggioso utilizzare una star di YouTube o Instagram per promuovere i propri prodotti, e non solo perché in molti casi gli influencer sono persone che hanno milioni di follower, e dunque in qualche modo possono garantire, con un semplice post, la visualizzazione di un prodotto a un foltissimo numero di utenti, ma anche perché spesso è difficile distinguere un post «commerciale» da uno normale nel flusso di post di una celebrity. Ovviamente il rischio di pubblicità occulta è davvero elevato. E oggi, gli influencer, dovrebbero sottostare alle regole dell'Antitrust e comunicare agli utenti quando pubblicano contenuti pubblicitari sui loro social. A fronte di un mercato che - seppur difficile da conteggiare - dovrebbe valere solo in Italia circa 350 milioni di euro nel 2017, lo Zingarelli ha pensato bene di aggiungere questo termine nel vocabolario italiano. Del resto l’influencer più famosa al mondo è italiana, la Ferragni.