26 aprile 2024
Aggiornato 00:00
nanotech

SkudoWave, il bottone che riduce gli effettivi nocivi dello smartphone

È l’unica tecnologia esistente che non scherma le onde, ma che agisce direttamente sulla batteria come filtro di stabilizzazione. Ecco di cosa si tratta

MILANO - Secondo la ITU, l’unione internazionale delle telecomunicazioni, ci sono 6,8 miliardi di telefoni su 7,1 miliardi di persone. Che le radiofrequenze siano dannose per l’uomo è un argomento su cui si è dibattuto molto. Una ricerca di scienziati svedesi guidati da Lennart Hardel dell’ospedale universitario di Obrero in Svezia ha calcolato che usare per più di dieci anni telefonini o apparecchi senza fili aumenti tra il 20% e il 30% il rischio di ammalarsi di tumore cerebrale 1 .

Un bottone per ridurre i danni generati dagli smartphone
Skudo®Wave è un’innovativa nanotecnologia studiata proprio per ridurre il rischio di possibili danni biologici, potenzialmente generati dai campi elettromagnetici del telefono cellulare. La nanotecnologia è inserita in una placca di resina adesiva grande quanto un bottone, che si applica direttamente sul telefonino. Nasce dagli studi di fisica, informatica e ingegneria quantistica da parte dello staff di ricercatori diretto dal Professor Nicola Limardo, Responsabile Scientifico nel Settore della Salute Ambientale e docente nei corsi di Alta Formazione in Medicina, organizzati presso L’Università «La Sapienza» di Roma dall’ILMA (Italian Lifestyle Medicine Association), legata alla prestigiosa Università Harvard di Boston (USA).

Riduce gli effetti della batteria
«L’unicità di questa tecnologia è quella di non essere uno schermo per le radiazioni dato che paradossalmente la riduzione del campo avrebbe «eccitato» maggiormente la batteria del telefonino per collegarsi con la cella del ripetitore, con il conseguente aumento di energia del telefonino che è direttamente proporzionale al danno - ha affermato il Professor Limardo -. Skudo®Wave, invece, agisce direttamente sul telefonino con cui è in contatto e riduce notevolmente gli effetti nocivi generati dall’eccitazione trasmessa dalla batteria».

Anche per tablet e computer
Skudo®Wave può essere utilizzato per ridurre eventuali effetti di disturbo che possono essere generati anche da altre apparecchiature che emettono campi elettromagnetici di media-bassa entità come tablet, computer e sistemi Wi-Fi. Il vero problema che Skudo®Wave aiuta a risolvere, tuttavia, è quello dell’utilizzo errato che l’utente adotta quando effettua una telefonata, appoggiando il telefonino all’orecchio, in quanto la batteria emette un’energia che, associata alla radiofrequenza, mette tutta la materia in uno stato vibrazionale alterato, ossia gli elettroni che costituiscono il telefonino, eccitati da tale energia, emettono dei fotoni, alcuni dei quali non sono compatibili con le nostre cellule umane per cui si può avere come conseguenza un’alterazione biologica a livello cellulare, compreso un danno al DNA.

«Il nanoprocessore Skudo®Wave non fa altro che ridurre fino ad annullare tali fotoni che tendono a danneggiare le nostre cellule. Il reale pericolo deriva dalla vicinanza della fonte, dalla dose di radiazione elettromagnetica e dal tempo di esposizione e quindi fanno bene i produttori di cellulari a indicare nelle istruzioni di tenere il telefonino distante dal corpo durante una telefonata - ha concluso Limardo -. Oggi tutti abbiamo bisogno del cellulare e il nostro nanoprocessore dà una sicurezza in più. Un paragone che calza benissimo è il seguente: tutti hanno la possibilità di usare la moto, ma con il casco è meglio».