Perché Apple punta sull'intelligenza artificiale e acquista la startup Turi
La startup Turi è specilizzata in tecnologie di intelligenza artificiale. Le sue capacità potrebbero portare allo sviluppo di nuove generazioni di Siri, per un'interazione tra dispositivo e utente sempre più stretta

CUPERTINO - Intelligenza artificiale, un mercato in continua crescita e che potrà avere, nei prossimi anni, risvolti decisamente importanti su scala internazionale. Lo sa bene, fra gli altri, anche la Apple che ha deciso di puntare sul machine learning acquisendo Turi, una startup specializzata proprio in intelligenza artificiale. Un’acquisizione che è costata al colosso di Cupertino ben 200 milioni di dollari.
Apple acquista la startup Turi
Sulle modalità con cui Turi lavorerà con Apple e le competenze che saranno messe a disposizione, la Mela ha tenuto il più stretto riserbo. E’ probabile, tuttavia, che le capacità della startup saranno verosimilmente integrate nel tessuto degli altri prodotti e servizi di Apple, soprattutto dopo un periodo trascorso - dalla Mela - a fare acquisizioni e che ha consentito alla società stessa di portarsi a casa competenze decisamente importanti come quelle di VocalIQ, Percepito ed Emotient.
Sviluppo di nuovi Siri
Ma che cosa fa davvero Turi e perché Apple si è dimostrata così interessata a questa realtà? Prima di essere acquisita dal colosso di Cupertino, la startup si è occupata di GraphLab Create, Turi Machine Learning Platform, Turi Distributed e Turi Predictive Service. Si tratta di servizi software che possono essere usati per creare motori di raccomandazioni, analisi dei sentiment, previsioni di churn, previsioni di clicktrough, sistemi di rilevamento frodi e via discorrendo. Se concepiamo queste tecnologie in un’ottica di intelligenza artificiale possiamo prevedere che potranno essere verosimilmente utili per lo sviluppo di nuove generazioni di Siri, così come i meccanismi di gestione dei vari Store.
Dispositivi sempre più umanoidi
E’ chiaro che l’acquisizione della startup si inserisce nella battaglia tra big come Google e Facebook in quella che è chiamata in gergo «computazione pervasiva», ovvero la capacità della macchina di dedurre automaticamente ciò che un utente desidera o necessita. Del resto l’obiettivo è quello di creare dispositivi che siano sempre più capaci di interagire in modo quasi umanoide con l’utente. E ciò lo dimostra anche la campagna acquisizioni fatta da Apple nell’arco dell’ultimo anno. A partire dal 2015 Cupertino ha cominciato ad acquistare diverse startup legate allo sviluppo del Machine Learning, basti pensare a VocalIQ e Perceptio. Mentre nel 2016, la Mela Morsicata ha preso le redini di Emotient, l’azienda che ha sviluppato un’applicazione in grado di rilevare e riconoscere le espressioni del viso.
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