Bemyguru, la startup che aiuta la PMI a innovarsi
Bemyguru propone una forma alternativa di accesso al know-how, rivolgendosi alle PMI che intendano innovarsi ma che non hanno gli strumenti per farlo. E' possibile anche acquistare delle gif card
ROMA - Se le PMI italiane arrancano con l’innovazione è perché a molti professionisti ancora mancano le competenze per farlo. Da una parte l’esigenza di evolversi per restare competitivi sul mercato, dall’altra la difficoltà di accedere al know-how adeguato. E’ su questo gap che ha deciso di puntare tutto Bemyguru, startup in accelerazione a Luiss Enlabs.
Bemyguru per le PMI
Bemyguru propone una forma alternativa di accesso al know-how, rivolgendosi alle PMI che intendano innovarsi ma che non hanno gli strumenti per farlo. «Abbiamo individuato i punti di debolezza delle micro imprese italiane e abbiamo selezionato un team di oltre 150 consulenti pronti ad aiutarle a crescere - dice Jegor Levkovskiy, CEO di Bemyguru. La startup offre, su una piattaforma online, consulenza on demand su oltre 350 temi. Si sceglie l’argomento e si prenota un appuntamento al telefono con l’esperto di riferimento che potrà definire la strategia di crescita su misura. Inoltre uno spazio «ask the expert» permette uno scambio di domande e risposte in tempo reale con l’esperto.
L’offerta di Bemyguru
Non solo competenze offerte alle PMI in senso diretto, ma anche la possibilità per le imprese di allargare la conoscenza di questi temi, regalando il know-how anche a chi si trova in difficoltà nell’innovare la propria azienda. Bemyguru, infatti, dà la possibilità di acquistare le gif card Bemyguru sul sito Smartgift.guru. Un prodotto che permette alle imprese di regalare a dipendenti e clienti un’opportunità di crescita professionale. «La formazione è uno dei benefit aziendali più richiesti. I dipendenti saranno più preparati e incentivati e l’impresa più competitiva con un investimento deducibile al 100%» afferma il CEO di Bemyguru.
Perché le PMI non sono performanti
Secondo un recente rapporto Moody's le PMI rappresentano il 67,3% del valore aggiunto totale dell'economia italiana ma hanno il tasso di Npl (non-performing loans) più elevato tra le imprese non-finanziarie italiane. Secondo l'Istat le micro imprese generano due terzi dei posti di lavoro nel settore privato, questo significa che la sorte di queste realtà è un elemento decisivo per l’economia italiana. Le cause che sono alla base di una lenta crescita e affermazione di queste piccole e medie imprese sono da ricercare nella loro difficoltà a innovarsi, internazionalizzarsi e digitalizzarsi. I dati del Digital Economy and Society Index 2016, infatti, rivelano che l’Italia è 25esima su 28 paesi per grado di diffusione del digitale.
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