24 aprile 2024
Aggiornato 07:00
coniata una nuova parola

Startupper, pronti per entrare all'«inculator»?

Inculator è l’unione di un incubatore e un acceleratore aziendale. La parola ha fatto il giro del web: chissà che non diventi una terminologia di uso comune anche in Italia

Cos'è inculator?
Cos'è inculator? Foto: Shutterstock

ROMA - Si sa il web è una fonte inestimabile di informazioni. Un vero e proprio vaso di Pandora dove, facendo attenzione a non incappare in dicerie di basso rango, ci si può fare una cultura. Terreno fertile per tutti quegli smanettoni che del web hanno fatto un po’ anche la loro realtà e sul piano dell’innovazione e dell’impresa c’è un bel da dire. Sul web si creano interazioni, analogie e vengono coniate anche nuove parole. E così mi imbatto in una parola che farà ridere tutti gli startupper, coniata da chi - forse - non sa quanto l’analogismo sia di fatto compromettente: «inculator».

Cos’è l’inculator
No, niente a che fare con il significato che i più attribuiranno alla parola emersa in un’articolo del blog Devex Impact, uno dei punti di riferimento più accreditati del mondo aziendale. Sì, perché, stando all’articolo, un «inculator» non è altro che l’unione di un incubatore e un acceleratore aziendale. Che cosa sono? Beh uno startupper che si rispetti deve aver frequentato un «inculator» almeno una volta nella sua vita. Si tratta di programmi di supporto e finanziamento utili per lo sviluppo delle aziende nella loro fase iniziale. Una sorta di cocktail letale costituito per lo più da attività di menthorship, comunicazione con business angel, imprenditori che hanno già fatto la loro storia per definire (in alcuni casi trovare) il marketplace di successo di una startup.

Sempre più inculator
Il termine «inculator» fu utilizzato per la prima volta nel report «2015 Global Best Practices Survey of Incubators and Accelerators» redatto da Unitus Seed Fund e da lì ha fatto un po’ il giro del web finché non si è imbattuto in un italiano che ha pensato di bene di manipolarne il significato per renderlo più appetibile ai social. E di fatto così è stato. Anche perché dalla traduzione letterale di alcuni estratti dell’articolo c’è da tenersi la pancia tra le mani. Recita Will Poole, managing partner di Unitis Sede Fund: «Stiamo assistendo a un numero sempre più alto di inculator, è necessario concentrarsi sui migliori». Insomma, chi ha orecchie per intendere intenda.

Standardizzare la nomenclatura
Scherzi a parte incubatori e acceleratori d’impresa stanno subendo un’impennata davvero da Oscar. Pensate che in Italia sono attivi oltre 100 incubatori/accelratori per 3711 startup a fronte dei 59 incubatori/acceleratori della Gran Bretagna che, tuttavia, registra un numero di imprese pari a 581.000! Ed è proprio in questa ottica che entra in gioco la parola «inculator», un modo, continua Poole per «standardizzare la nomenclatura e aiutare le persone a inserirsi nel panorama giusto». Detto, fatto. La parola «inculator» si approccia al mondo del business. Dovremmo farci l’abitudine. Che poi un'esperienza all'«inculator» io la consiglio a tutti: all'interno di questi programmi si imparano davvero tante cose. Qualcuno ne esce distrutto (per così dire... incul...), ma i più ce la fanno. E sono soddisfazioni.