Un selfie dalla Luna made in Italy, ci penserà il nano satellite ArgoMoon
Oltre a scattare foto storiche della missione, ArgoMoon dovrà anche testare sistemi innovativi di comunicazione. Un selfie spaziale ad alta risoluzione immortalerà il sorvolo della Luna da parte della navetta americana Orion nel 2018
MILANO - A fotografare la Luna dallo spazio ci penserà l’Italia. Un selfie spaziale ad alta risoluzione immortalerà il sorvolo della Luna da parte della navetta americana Orion nel 2018 e il "fotografo" sarà ArgoMoon, un nano satellite Made in Italy creato dalla torinese Argotec, azienda specializzata nella ricerca e sviluppo di sistemi aerospaziali, oltre che nella produzione di cibo per gli astronauti e famosa per aver inventato la prima macchina da caffé espresso spaziale della storia.
Comunicazione dallo spazio
Oltre a scattare foto storiche della missione, ArgoMoon dovrà anche testare sistemi innovativi di comunicazione. «ArgoMoon è un satellite di piccole dimensioni 30x20x10 cm - ha spiegato David Avino, fondatore e managing director di Argotec - ed è la prima volta che un satellite di queste dimensioni viene lanciato nel Deep space, quindi in orbita lunare e verrà lanciato dal nuovo Sls, lo space launch system della NASA che porterà l'uomo sulla Luna, su un asteroide e magari anche su Marte in futuro». La "Exploration mission 1" (Em-1) sarà il secondo volo di collaudo della capsula Orion, che porterà la navetta a orbitare attorno alla Luna prima di far ritorno sulla Terra. Orion rilascerà, come carico secondario, alcuni piccoli satelliti tra cui ArgoMoon, il cui progetto è coordinato dall'Agenzia spaziale italiana (Asi). «L’Italia ha un ruolo chiave e molto importante - ha aggiunto Avino - perché ArgoMoon è stato selezionato dall'Asi, dall'Esa e dalla NASA come unico satellite europeo che volerà in questa missione».
Nanosatelliti e droni del futuro
I nano satelliti CubeSat sono di fatto i droni del futuro e l'azienda italiana sarà la prima a testarne uno nelle condizioni estreme dell'orbita lunare, a più di 380mila km dalla Terra. L'impiego dei nano-satelliti è aumentato in modo considerevole negli ultimi anni, grazie ai costi contenuti dovuti alle dimensioni ridotte e all'utilizzo di alcuni componenti commerciali. La sfida degli ingegneri di Argotec, azienda in cui l'età media dei dipendenti è sotto i 30 anni, è proprio ricercare e confinare in un volume ridotto soluzioni tecnologiche italiane che dovranno essere altamente affidabili per le future missioni nello Spazio profondo. «È un altro passo importante e significativo per una Pmi italiana che ha da sempre puntato sulla ricerca e sull'innovazione in campo spaziale - ha concluso David Avino - i nostri ingegneri sono al lavoro per sviluppare un nuovo concetto di nano-satellite utilizzando materiali innovativi e per integrare, in un volume grande quanto una scatola di scarpe, alcuni dei nostri sistemi e delle tecnologie italiane».