Boldrini: «Internet deve essere regolamentato»
Lo ha affermato la presidente della Camera Laura Boldrini nel suo indirizzo di saluto all'Internet Governance Forum, svolto a Montecitorio.
ROMA - La Dichiarazione dei Diritti in Internet è una dichiarazione di principi e non una legge ma rappresenta comunque un «documento fondamentale perché libertà, uguaglianza, dignità e diversità delle persone siano garantite anche in internet, attraverso il rispetto di alcuni principi su dei punti fondamentali: il diritto di accesso alla rete, la sua neutralità, la tutela dei dati personali, dell'identità, dell'inviolabilità dei dati stessi, il diritto all'anonimato come all'oblio, le garanzie sulle piattaforme ma anche l'educazione ad Internet e la sicurezza». Lo ha affermato la presidente della Camera Laura Boldrini nel suo indirizzo di saluto all'Internet Governance Forum, svolto a Montecitorio.
Il tema dei diritti in Internet, ha detto Boldrini, è «tornato di grande attualità nel dibattito internazionale, e di cui in questi ultimi mesi si è occupata la Commissione per i diritti e i doveri relativi ad Internet istituita presso la Camera dei deputati». L'istituzione in sede parlamentare di una commissione di studio su questi temi, ha sottolineato Boldrini, «costituisce una novità assoluta. Composta da deputati ed esperti del settore, lo scorso 8 ottobre ha varato una bozza di Dichiarazione dei diritti in Internet. Si tratta di una dichiarazione di principi, non di una legge. Ma - ha ribadito - è un documento fondamentale perché libertà, uguaglianza, dignità e diversità delle persone siano garantite anche in internet, attraverso il rispetto di alcuni principi su dei punti fondamentali: il diritto di accesso alla rete, la sua neutralità, la tutela dei dati personali, dell'identità, dell'inviolabilità dei dati stessi, il diritto all'anonimato come all'oblio, le garanzie sulle piattaforme ma anche l'educazione ad Internet e la sicurezza».
Boldrini ha spiegato che «l'idea di giungere alla elaborazione di una Carta dei diritti, e quindi alla costituzione di una commissione di studio, nasce dalla consapevolezza che considerare Internet uno dei vari media è non solo riduttivo ma anche improprio. Internet è molto di più - ha sostenuto il presidente della Camera - è una dimensione essenziale per il presente e il futuro delle nostre società, diventata in poco tempo un immenso spazio di libertà, di crescita, di scambio e di conoscenza. Una dimensione che offre opportunità straordinarie anche per lo sviluppo della democrazia, ovunque nel mondo. Non a caso, infatti, la rete è fatta oggetto di severa censura da parte di tutti i regimi che vogliono bloccare le istanze di democrazia, di apertura e di sviluppo provenienti dai cittadini».
Boldrini ha spiegato che «anche per la mia storia passata sento di potermi iscrivere tra i più convinti sostenitori della rete, della sua libertà, delle sue innumerevoli potenzialità. Ho imparato l'importanza della rete infatti anche durante la mia attività presso le Agenzie delle Nazioni Unite; nei campi profughi ad esempio, dove per i giovani rifugiati, nati e cresciuti lì, Internet era, ed è tuttora, l'unico mezzo per uscire da quell'enorme recinto, per conoscere altre realtà, incluso il loro stesso paese d'origine che non hanno mai visto, ma anche per istruirsi a costi accessibili con l'e-learning. Oltre ai beni di prima necessità i rifugiati chiedono quindi Internet, ritenuto altrettanto essenziale per la loro vita».
La rete, ha continuato, «può tuttavia essere anche luogo di crescenti ingiustizie e disuguaglianze, dove i diritti delle persone si scontrano spesso con i grandi poteri politici ed economici. Basti pensare alla smisurata influenza esercitata dai giganti della comunicazione, i cosiddetti Over The Top e non solo» Per Boldrini «si pone quindi un problema di regolamentazione, in quanto è evidente che la mancanza di principi, ovvero in presenza di regole dettate dagli Stati autoritari o da potenti soggetti economici, lungi dal garantire una rete libera, favorisce al contrario il prevalere degli interessi dei più forti, se non addirittura abusi derivanti dalle loro posizioni di predominio. Ogni persona ha diritto di vedere garantita la libertà on line e per questo servono dei principi, che siano applicabili alla dimensione universale e sovranazionale della rete».
Boldrini si è detta quindi «molto orgogliosa del lavoro che è stato fatto qui alla Camera e dell'apporto che la Commissione ha offerto a questo dibattito, indicando una direzione per possibili sviluppi normativi a tutti i livelli, da quello legislativo interno ai trattati internazionali. Le molteplici questioni connesse all'accesso alla rete e al suo utilizzo travalicano, infatti, la dimensione strettamente nazionale».
Boldrini ha ritenuto che «sia stata un'ottima idea quella di istituire un organo a composizione mista, parlamentari ed esperti esterni, mettendo allo stesso tavolo più sensibilità e diverse visioni - politiche e tecniche - che sono confluite nella bozza di Dichiarazione che lo scorso 27 ottobre è stata aperta alla consultazione pubblica».
La presidente della Camera ha poi ringraziato Stefano Rodotà, già presidente dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali che «ha svolto un preziosissimo lavoro di impulso, raccordo e sintesi tra le diverse anime che hanno ispirato i lavori di questa Commissione, molto differenti tra di loro per approccio, metodologia di lavoro, formazione. Senza il suo contributo, fatto di esperienza, competenza ed autorevolezza, non sarebbe stato possibile giungere in tempi così brevi alla redazione di questo testo».
I suggerimenti che arriveranno dagli altri Parlamenti, «a cui abbiamo già sottoposto il testo della dichiarazione, insieme a quelli che i cittadini proporranno attraverso la consultazione pubblica completeranno - non ha dubbi Boldrini - il lavoro messo a punto dalla Commissione. Colgo pertanto l'occasione per invitare tutti i partecipanti a questo incontro a promuovere in ogni forma la massima partecipazione alla suddetta consultazione».
La giornata di oggi, per Boldrini, «rappresenta quindi una tappa fondamentale di questo cammino, per arrivare a novembre del prossimo anno all'atteso appuntamento dell'Internet Governance Forum 2015 del Brasile, in cui nel lontano 2007 proprio il governo italiano lanciò la proposta di un Internet Bill of Rights. Il mio auspicio - ha concluso - è che, a percorso ultimato, la Dichiarazione diventi una mozione condivisa da tutti i gruppi parlamentari che impegni il governo a portare questi principi in Europa e anche nella sede delle Nazioni Unite».