Connessione a internet per un consumatore consapevole
Cercare informazioni su prodotti o servizi su internet oppure utilizzare i comparatori di prezzi sul web rende i consumatori più consapevoli dei propri diritti
Se non hai internet sei fuori dal mondo. Nonostante in Italia il digital divide sia ancora un problema, con grosse fasce della popolazione che ancora non vogliono o non possono accedere alla rete internet, anche nel nostro Paese l’uso del web a fini commerciali e le pratiche di acquisto online rappresentano elementi in sicura espansione. Quindi perché non sfruttare una delle tante proposte di operatori come Tiscali, Fastweb o Vadafone casa e adeguarsi al trend, attivando una connessione internet casalinga?
Non possiamo esimerci nemmeno dal citare le molte soluzioni che permettoni di connettersi al web in mobilità, magari da pc attraverso una chiavetta internet, da smartphone o da tablet; ma questo è solo la punta dell’iceberg se consideriamo le potenzialità della cosiddetta «Internet of things», ovvera la possibilità di connettere al web anche tutta una serie di oggetti di uso quotidiano. Proprio sull’utilizzo del web da parte dei consumatori italiani ci può illuminare il rapporto annuale 2014 dell’Osservatorio I-Com.
Dai dati emersi dal rapporto di I-Com emerge chiaramente come il web crei un consumatore più informato e consapevole dei suoi diritti innanzitutto ma anche dei prodotti che intende acquistare, online ma anche nei negozi tradizionali. Secondo lo studio il 50% dei consumatori si è servito di un sito di comparazione dei prezzi sul web prima di compiere una scelta di acquisto e il 12,9% si è rivolto, nell’ultimo anno, ad una associazione dei consumatori.
Sia i siti aziendali sia i forum di discussione rappresentano le piattaforme web più utilizzate per il reperimento di informazioni su prodotti o servizi, esse infatti sono usate, rispettivamente, dal 41,3% e dal 38% degli intervistati. Ancora ridotto, forse anche per lo scarso investimento delle aziende, l’utilizzo nel processo di scelta del profilo Facebook e/o Twitter aziendale, che si ferma all’11,6%.
Soffermandosi ancora brevemente sui dati che riguardano l’uso dei social network, dai dati dell’indagine I-Com emerge comunque che il 38,4% usa Facebook o Twitter aziendale come mezzo informativo generico sull’azienda mentre il 17% ha segnalato una criticità su un prodotto o su un servizio. Ma il ruolo chiave del web si comprende molto bene anche valutando la crescita dell’ecommerce.
Per capire quanto volume possa generare sul web la pratica degli acquisti online si consideri, al negativo, che solo nel 2013 l’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) ha sanzionato 11 soggetti operanti in questo settore, censurando 21 pratiche scorrette (ben il 20% sul totale delle pratiche commerciali illecite) per un totale di 570 mila euro. Lo sforzo dell’Agenzia è comunque ricompensato se internet si aggiudica ancora nel 2013 la vittoria come canale di comunicazione più utilizzato per avviare azioni contro commerciali scorrette, con 89 pratiche sanzionate e 5.697.000 euro ingiunti.
Anche in materia di violazioni della privacy, internet risulta essere il mezzo più ricorrente, con il 38% di ingiunzioni e il 14% di condotte sanzionate da parte dell’Autorità Garante. La possibilità di incorrere in pratiche scorrette non deve però bloccare i consumatori che, sempre grazie al web, possono reagire divenendo più consapevoli e informati sui prodotti e sui meccanismi di acquisto online.
A riproporre chiaramente questo concetto è Stefano da Empoli, presidente di I-Com: «Quest’anno abbiamo voluto focalizzare l’attenzione su come i processi di digitalizzazione possano aiutare i consumatori ad effettuare scelte consapevoli di acquisto ma anche per far valere i propri diritti. Senza dimenticare problemi di digital divide che continuano a interessare una fascia importante della popolazione, non si possono più trascurare trend che riguardano ormai una maggioranza sempre più netta di italiani».