Ghiacciai eterni in pericolo, ridotti del 50%
Un fenomeno che non si può attribuire alle modificazioni del ciclo solare, dato che queste avvengono nell'arco di millenni, mentre queste trasformazioni, provocate dall'uomo e dall'uso dei combustibili fossili, si sono verificate nel giro di 20-30 anni
ROMA - I ghiacciai eterni delle più grandi catene montuose del mondo, Alpi, Himalaya, Ande, hanno perso in pochissimi anni il 50% della loro estensione. «Un fenomeno che non si può attribuire alle modificazioni del ciclo solare, dato che queste avvengono nell'arco di millenni, mentre queste trasformazioni, provocate dall'uomo e dall'uso dei combustibili fossili, si sono verificate nel giro di 20-30 anni». A sottolineare i rischi del fenomeno è Marcelo Sànchez Sorondo, Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, i cui membri hanno condotto uno studio sugli effetti sul Pianeta del «clima antropico», prodotto dall'attività dell'uomo.
«Le conseguenze sono inimmaginabili - spiega Sànchez Sorondo in un'intervista che appare in Mangimi & Alimenti, la rivista di Assalzoo (Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici) -. Basti pensare che l'Himalaya è all'origine di tutti i fiumi dell'Asia. Se i ghiacciai vengono ridotti per l'effetto del riscaldamento globale, i fiumi si prosciugano, anche la qualità dell'acqua peggiora e il suo utilizzo viene meno, perché cresce la salinità dovuta alla prevalenza di acqua marina nei bacini fluviali».