26 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Storia di un culto

Dieci anni fa il primo Apple Store

300 negozi, dalla Virginia al cubo di New York. E ora la Cina

NEW YORK - Era il 19 maggio del 2001 e in un centro commerciale di un ricco sobborgo di Washington spuntava una mela bianca. Era il primo Apple Store, esordio di una catena di punti vendita che domani compie dieci anni. Al tempo, quando si allestiva l'interno del Tysons Corner Center in Virginia, tutti gli addetti ai lavori pensavano che Apple stesse rischiando grosso con l'apertura di negozi dedicati esclusivamente al proprio marchio. Ma ai numeri dimostrano che il fondatore Steve Jobs aveva visto giusto: gli Apple Store sono 317 (233 si trovano negli Stati Uniti e 84 nel resto del mondo). Il fatturato dei punti vendita è stato di circa 3,2 miliardi di dollari l'anno scorso, pari al 13 per cento delle vendite totali dell'azienda.

Dai dati di Ticonderoga Securities, una finanziaria che studia Apple, emerge un modello vincente. Come dice alla Cnn Bryan White, uno degli analisti di Ticonderoga, l'idea dell'Apple Store «è un'estensione del modello di Apple, che consiste nel tenere sotto stretto controllo i propri prodotti e la propria immagine». Il design resta uno dei punti forti anche nelle aree destinate alla vendita: l'Apple Store sulla Quinta Avenue di New York è diventato un luogo di culto e il gigantesco cubo di vetro, aperto 24 ore su 24, è ormai un simbolo della società di Cupertino.

In un video che precede l'apertura del primo store in Virginia, come riporta la Cnn, si vede Steve Jobs annunciare grandi novità come il Genius Bar (la parte in cui gli esperti di Apple risolvono i problemi informatici dei clienti) e l'area per i più piccoli. In un periodo in cui il primo iPod doveva ancora vedere la luce, l'idea era già quella di avere ben più di un semplice punto vendita: «Metà del negozio è dedicata alle soluzioni dei problemi perché i clienti non vogliono più limitarsi a comprare un computer. Vogliono sapere che cosa possono farci», dice Jobs nel video.

Un successo senza limiti, insomma? Cnn ricorda che ci sono anche i critici. Per esempio i personaggi dei Simpson, il cartone animato, che in un episodio prendevano in giro i dipendenti altezzosi e i prodotti raffinatissimi del «Mapple Store». O il giornalista del Daily Mail di Londra che l'anno scorso aveva scritto in un pezzo dal titolo «Perché detesto Apple» che i devoti del marchio della mela sono una specie di setta religiosa. Ma per Adam Hanft, esperto di marketing, Apple «ha sbugiardato gli scettici e creato un nuovo modello di negozio».