2 maggio 2024
Aggiornato 09:00
Ricerca dell'Università di Perugia

C'è bita microbica nel ghiacciaio Calderone

Sul Gran sasso ci sono cellule vive di lievi in ambiente totalmente inospitale

PERUGIA - C'è vita microbica nel ghiacciaio del Calderone, sul Gran Sasso. Questo, in sintesi, il risultato di una ricerca condotta da tre gruppi di ricerca dell'università di Perugia, di Milano e dell'ente italiano della montagna. Per lungo tempo gli ambienti glaciali, come l'Artide, l'Antartide, i ghiacciai polari ed alpini, sono stati considerati così inospitali da essere virtualmente privi di vita.

Nei ghiacciai, in particolare nel ghiaccio e nei sedimenti glaciali, sono presenti condizioni tali da rendere la vita microbica estremamente difficile, se non impossibile: assenza di luce, temperature spesso al di sotto di 0 gradi, scarsità di ossigeno e di nutrienti, elevate pressioni, ecc. Tuttavia, alcuni microrganismi sembrano in grado di vivere nonostante condizioni così difficili.

I risultati dello studio condotto sul ghiacciaio del Calderone dai tre gruppi di ricerca e hanno messo in evidenza la presenza di cellule vive di lieviti intrappolate nel ghiaccio e nei sedimenti glaciali, mettendo così in luce la presenza di vita microbica in ambienti tanto inospitali da essere definiti con l'aggettivo di estremi. La presenza di questi microrganismi, definiti psicrofili, cioè in grado di vivere a bassissime temperature, è risultata estremamente diffusa in questi ambienti, grazie alla loro elevata capacità di sopravvivenza, probabilmente dovuta a specifici meccanismi di adattamento fisiologico.

Dallo studio, i cui risultati saranno a breve pubblicati sulla rivista Fems Microbiology Ecology, è inoltre emerso che alcune delle specie di lieviti presenti sono state precedentemente osservate in ambienti polari come Artide ed Antartide.