27 aprile 2024
Aggiornato 02:00

L'inquinamento da piombo mantiene più freddo il clima?

Lo suggerisce uno studio finanziato dall'UE

Uno studio finanziato dall'Unione europea rivela che le particelle di piombo potrebbero aver incrementato la formazione delle nubi. I ricercatori, in un articolo pubblicato su Nature Geoscience, suggeriscono che l'inquinamento atmosferico da piombo potrebbe avere arginato gli effetti del cambiamento climatico nel corso degli ultimi decenni.

L'Unione europea ha sostenuto lo studio nel quadro della rete d'eccellenza «Atmospheric composition change«, finanziata in riferimento all'area tematica «sviluppo sostenibile, cambiamento globale ed ecosistemi» del Sesto programma quadro (6°PQ).

La maggior parte del piombo presente nell'atmosfera deriva da attività umane; le principali fonti di piombo sono i processi di combustione del carbone, la benzina contenente piombo, i velivoli di piccole dimensioni che volano ad un'altitudine corrispondente a quella dove avviene la formazione delle nubi e lavori edili che liberano piombo dal suolo.

Mentre le emissioni di gas serra sono la causa del surriscaldamento globale, l'emissione di piccole particelle di sostanze come il piombo possono sortire l'effetto opposto poiché interagiscono con il vapore acqueo presente nell'atmosfera e innescano la formazione delle nubi. A seconda dell'altitudine a cui si trovano e del loro spessore le nubi sono in grado di riflettere i raggi solari oppure di intrappolare il calore proveniente dalla superficie terrestre.

L'obiettivo di questo studio era determinare l'impatto che hanno queste particelle di piombo sulla formazione delle nubi. Per questo, un gruppo di ricercatori in Germania, Svizzera e Stati Uniti hanno «catturato» le nubi presenti sulle vette di entrambe le sponde dell'Atlantico e hanno studiato nubi create artificialmente all'interno di apposite camere a nebbia in laboratorio.

Le analisi svolte hanno rivelato che il piombo ha variato le condizioni necessarie per la formazione delle nubi: se il piombo è presente nell'aria, la formazione delle nubi avviene anche a temperature più elevate o in presenza di minore umidità.

Inoltre, i modelli computerizzati hanno dimostrato che le particelle che contengono piombo cambiano le proprietà delle nubi in misura sufficiente da influenzare la quantità di radiazioni e lungo raggio provenienti dalla Terra. Nel corso degli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso - prima alla diffusione della benzina senza piombo - la maggior parte delle particelle di polvere in circolo nell'atmosfera erano probabilmente contaminate dal piombo; questo consentiva a una maggiore quantità di calore di allontanarsi dalla superficie terrestre.

«È probabile che questo abbia in parte condotto a un'inibizione globale dell'incremento della temperatura, mentre oggi gran parte dell'effetto serra sta contribuendo ad aumentarla» ha spiegato il professor Joachim Curtius dell'università Goethe di Francoforte, in Germania.

Poiché è un metallo tossico dannoso per la salute, sono pochi coloro che sosterrebbero l'immissione di quantità maggiori di gas nell'atmosfera per contrastare gli effetti del surriscaldamento globale. «Tuttavia, col senno di poi siamo in grado di spiegare che nel corso degli ultimi anni le temperature sono aumentate più rapidamente; questo è accaduto perché è stata ridotta la quantità di emissioni di piombo e solfato,» ha detto il professor Stephen Borrmann dell'università Johannes Gutenberg di Magonza (Germania).

«Sappiamo che la grande maggioranza del piombo presente nell'atmosfera deriva da fonti artificiali,» ha commentato l'autore capo Dan Cziczo del Pacific Northwest National Laboratory del Dipartimento dell'energia degli USA. «Ora siamo in grado di dimostrare che il piombo cambia le proprietà delle nubi e quindi l'equilibrio dell'energia solare che ha effetti diretti sull'atmosfera.«