19 aprile 2024
Aggiornato 09:30
Nepal | La tragedia del Manaslu

Mondinelli: Io fortunato, Alberto tirato giù dall'ossigeno

Silvio Mondelli si è detto «fortunato», assieme al compagno di tenda Christian Gobbi, per essere sopravvissuto alla valanga che ha colpito la spedizione di alpinisti, soprattutto europei, che dormivano al campo 3, vicino alla cima Manaslu, nell'Himalaya, uccidendo l'amico Alberto Magliano, che si trovava nella tenda accanto con lo sherpa, anche lui morto. Le salme saranno recuperate domani

ROMA - Silvio Mondelli si è detto «fortunato», assieme al compagno di tenda Christian Gobbi, per essere sopravvissuto alla valanga che ha colpito la spedizione di alpinisti, soprattutto europei, che dormivano al campo 3, vicino alla cima Manaslu, nell'Himalaya, uccidendo l'amico Alberto Magliano, che si trovava nella tenda accanto con lo sherpa, anche lui morto. Le salme saranno recuperate domani.

«C'erano 25 o 30 tende», ha ricordato Mondelli ai microfoni di RaiNews24, ricordando che il bilancio è di 11 morti e 2 dispersi, mentre 15 feriti sono stati trasportati a valle dagli elicotteri. «Io e il mio compagno fortunati, perchè dopo una caduta di 200 metri in una tenda, la valanga ci ha buttato fuori - ha raccontato l'alpinista, anche lui un habituée della montagna - la cosa brutta è che tante tende sono rimaste sotto, come quella del nostro compagno». La sfortuna per Magliano - secondo Mondinelli - è quella di avere avuto le bombole di ossigeno, le quali avrebbero appesantito la tenda, trascinata a «circa 800 metri a fondo valle».

Verso le 4 (mezzanotte italiana), quando il seracco si è staccato, «si dormiva tutti», ha rammentato l'alpinista Mondinelli, alla sua terza scalata al Manaslu. La tenda di Mondinelli e Gobbi «ha galleggiato» sopra la neve, le altre, forse appesantite perchè ci dormivano in tre o per via dell'ossigeno, come è successo ad Alberto, sono andate verso il basso.

Il sopravvissuto ha ricordato che i soccorsi sono arrivati verso le 11 e hanno trasportato tutti i feriti, mentre domani saliranno per recuperare le salme.

Ad aver provocato la valanga, secondo l'alpinista, potrebbe essere stato il vento, o il caldo e il vento insieme, perchè di neve ne era caduta poca in quei giorni, appena 20-30 centimetri. «E' una cosa strana - ha spiegato Mondinelli a Rainews 24 - che sia scesa» su questo lato, perchè «sul fianco sinistro scende tutti gli anni, ma sul destro» è più difficile. L'accumulo di neve che si vede a valle - ha spiegato - è spaventoso, alto 10 metri».

Il bilancio ormai quasi definitivo è di 11 morti accertati - tra cui l'italiano Magliano, il suo sherpa, un tedesco, un francese e uno spagnolo - e due dispersi. Sulla situazione dei feriti, Mondinelli ritiene che la situazione non sia grave: Quelli che «abbiamo visto noi, perchè abbiamo aspettato l'elicottero per caricarli, di grave forse ce n'era uno solo», mentre gli «altri avevano traumi leggeri. Cose rotte non ce ne'erano», ha concluso.