28 marzo 2024
Aggiornato 21:30
Yemen

Saleh «festeggia» 33 anni al potere e rilancia il dialogo

Ma a Taez mega-manifestazione con bandiere nere in segno di lutto

SAN'A - Il presidente yemenita Ali Abdallah Saleh, ricoverato da un mese e mezzo a Riad dopo essere scampato alla morte nell'attentato alla moschea del palazzo presidenziale a San'a, è tornato a parlare in occasione della sua ascesa al potere 33 anni fa, nel 1978: «Non abbiamo mai smesso di sottolineare la necessità di un dialogo pacifico per trovare una soluzione a tutti i problemi», ha indicato il leader contestato da fine gennaio in un intervento pubblicato da tutti i giornali ufficiali, tra cui al Thawra.

«Invito nuovamente tutte le forze politiche a tornare alla ragione e a rispondere favorevolmente all'appello al dialogo del vice-presidente Abd Rabbo Mansour Hadi per uscire dalla crisi che alcuni hanno provocato». Saleh ha difeso il suo bilancio di governo, citando in particolare, «la realizzazione dell'unità yemenita» nel 1990, anno in cui il nord e il sud del paese si sono unificati.

Ma la data dell'anniversario dell'arrivo al potere di Saleh, è offuscata da una imponente manifestazione a Taez, culla delle contestazioni nel sud-ovest del paese arabo, durante la quale migliaia di dimostranti hanno sventolato bandiere nere in segno di lutto.

Saleh, oggetto di forti contestazioni da sei mesi, si rifiuta di lasciare il potere ed è ricoverato in Arabia saudita dal 4 giugno in seguito all'attentato. Nella sua prima apparizione tv, il 7 luglio, si è mostrato con la parte superiore del busto ricoperta da bende e garze, a causa delle ustioni riportate. Nell'ospedale dove si trova ha inoltre incontrato l'inviato speciale per l'anti-terrorismo degli Stati Uniti, John Brennan, facendo poi diffondere il 10 luglio delle foto in cui lo si vede con il volto deturpato da cicatrici e dei grossi guanti alle mani.