29 marzo 2024
Aggiornato 10:30
I paesi del Brics

I paesi emergenti vogliono contare di più: riformare l'ONU

Brasile, Cina, India, Russia e Sudafrica contro la guerra in Libia

SANYA - I Paesi del Brics (Brasile, Russia India, Cina) e il Sudafrica chiedono di contare di più sulla scena internazionale. Al termine del vertice annuale, tenutosi in Cina, le economie emergenti hanno sollecitato una profonda riforma delle Nazioni Unite, hanno condannato l'uso della forza in Libia, Costa D'Avorio e Medio Oriente e hanno espresso preoccupazione per la fragilità della ripresa economica mondiale.

Nella loro dichiarazione finale, le cinque potenze che rappresentano oltre il 40% della popolazione mondiale e il 18% del Pil del pianeta, hanno voluto dare prova di compattezza sulle questioni internazionali e dimostrare il loro peso crescente sulla scena mondiale. Il Presidente cinese Hu Jintao, i suoi omologhi brasiliano, Dilma Rousseff, sudafricano, Jacob Zuma, russo, Dmitri Medvedev, e il premier indiano Manmohan Singh si sono riuniti nella località balneare di Sanya, nell'estremo sud della Cina. E' la prima volta che il Sudafrica partecipa al vertice annuale Bric.

Commentando la situazione in Medio Oriente, in Libia e in Costa d'Avorio, i cinque Paesi hanno dichiarato di «condividere il principio secondo cui l'uso della forza deve essere evitato», senza tuttavia fare esplicito riferimento ai raid della Nato in Libia. Solo il Sudafrica ha approvato la risoluzione dell'Onu che ha dato il via alla missione internazionale nel Paese del Nord Africa. I cinque hanno quindi chiesto una «profonda riforma» dell'Onu, in particolare del Consiglio di sicurezza, «al fine di renderlo più efficace e rappresentativo», senza però entrare nel dettaglio. E' nota infatti l'ostilità della Cina alla richiesta di Brasile e India di ottenere un seggio permanente.

Sul fronte economico, i Brics, tutti membri del G20, si sono detti preoccupati per la fragilità della ripresa in atto. «Notiamo che l'economia mondiale si sta riprendendo lentamente dalla crisi, ma rimangono incertezze», hanno dichiarato, sollecitando «maggiore attenzione ai rischi legati al massiccio afflusso di capitali transfrontalieri nelle economie emergenti». Preoccupazione è stata espressa anche di fronte alla volatilità dei prezzi delle materie prime: «Un'eccessiva volatilità dei prezzi delle materie prime, in particolare quelle alimentari ed energetiche, pone nuovi rischi alla ripresa dell'economia mondiale».