27 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Brasile

Riprende il processo agli assassini di Veron, leader guarani

Ucciso per aver occupato la terra che apparteneva alla sua comunità. Lo rende noto Survival International, organizzazione mondiale che sostiene i popoli tribali

ROMA - Riprende, a San Paolo del Brasile, il processo agli assassini del leader guarani Marcos Veron. Lo rende noto Survival International, organizzazione mondiale che sostiene i popoli tribali di ogni continente. Veron, leader molto conosciuto e stimato anche a livello internazionale, fu picchiato a morte nel 2003, da uomini armati al soldo di un allevatore locale. Aveva guidato la sua comunità alla rioccupazione della terra ancestrale. «Questa è la mia vita, la mia anima» disse un giorno. «Se mi allontanerete da questa terra, mi toglierete la vita».

«Il processo non ci restituirà nostro padre e il nostro leader» ha dichiarato la figlia di Veron, Valdelice, «ma ci restituirà la nostra dignità e il rispetto come esseri umani, come un popolo che ha il diritto di essere diverso». Gli imputati Estevão Romero, Carlos Roberto dos Santos e Jorge Cristaldo Insabralde, tutti dipendenti del proprietario del ranch che occupava la terra della comunità di Veron, sono accusati di omicidio, arresti arbitrari, frode procedurale e altri crimini.

L'ufficio del Procuratore Generale del Brasile, che ha portato il caso in tribunale, lo ha definito un processo «storico» perché è la prima volta che persone accusate di aver ucciso un indiano nello stato del Mato Grosso do Sul vengono portate in giudizio. L'avvio del processo era previsto nell'aprile dello scorso anno, ma è stato rinviato due volte. La prima, perché l'avvocato di uno degli imputati dichiarò di dover iniziare una psicoterapia della durata di venti giorni; la seconda, perchè il giudice si rifiutò di lasciare che i testimoni parlassero in lingua guarani.

Gran parte della terra dei guarani è stata convertita in allevamenti di bestiame e piantagioni di soia e canna da zucchero. Lo scorso anno, il gigante dell'energia Shell ha stretto un accordo di collaborazione con la società che produce biocarburanti Cosan, che sta comprando la canna da zucchero prodotta sulla terra sottratta agli indigeni. Molti guarani vivono in condizioni spaventose all'interno di riserve sovraffollate e alcuni di loro sopravvivono a stento accampati ai margini delle strade. Le loro comunità sono flagellate da tassi di denutrizione, violenza e suicidio elevatissimi, denunciati anche da Survival in un rapporto inviato l'anno scorso alle Nazioni Unite.

Stanchi di aspettare l'intervento delle autorità - che dovrebbero per legge demarcare e proteggere le loro terre - talvolta i guarani decidono di agire da soli. Ma i leader indiani che guidano queste occupazioni, dette 'retomada', sono sistematicamente picchiati o anche uccisi da sicari che spesso restano impuniti.

«La famiglia di Marcos Veron e la sua comunità hanno dovuto sopportare una lunga e penosa attesa prima di veder ricominciare il processo» ha dichiarato oggi Stephen Corry, direttore generale di Survival International. «Ora sperano che i killer siano consegnati alla giustizia e che la terra dei guarani sia demarcata e protetta. Veron lo desiderava più di qualsiasi altra cosa, e per questo ha dato anche la sua vita».