19 aprile 2024
Aggiornato 16:00
Anniversario terremoto

Haiti, picco del colera non è stato ancora toccato

E' l'allarme lanciato dall'Organizzazione mondiale della sanità. Onu: «Prioritario aiutare la ripresa economica del paese devastato»

GINEVRA - Il picco della propagazione del colera non è stato ancora raggiunto ad Haiti, dove numerosi casi saranno registrati nelle prossime ore: è l'allarme lanciato dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che ha fornito un bilancio di 3.615 morti e 171.304 contagiati dallo scorso mese di ottobre.
Per quanto riguarda il colera, «pensiamo che il picco non sia stato ancora raggiunto», ha spiegato un portavoce dell'Oms, Fadela Chaib, a Ginevra. «Ci saranno certamente ancora molti casi di colera ad Haiti, questo è certo», ha aggiunto, precisando però che «meno persone moriranno» grazie all'intervento della comunità internazionale, di concerto con le autorità locali. Alcune zone rurali registrano ancora più di 100 nuovi casi al giorno, hanno spiegato Chaib.
Il portavoce ha riferito che il tasso di mortalità è già considerevolmente diminuito, toccando il 2,2%, contro un picco del 9% nell'autunno scorso. La malattia sarà considerata sotto controllo quando il tasso di mortalità avrà raggiunto meno dell'1%.

Dare un colpo di acceleratore alla ripresa di Haiti sarà la «priorità assoluta» delle agenzie umanitarie delle Nazioni unite nel 2011: lo ha dichiarato l'Onu alla vigilia del primo anniversario del devastante sisma che il 12 gennaio 2010 nel Paese caraibico ha provocato 225.550 morti e 2,3 milioni di senza tetto.
«E' ormai necessario dare un vero colpo di acceleratore agli sforzi di ripresa. Sarà la priorità assoluta per il 2011», ha spiegato all'Afp la portavoce dell'Ufficio di coordinamento degli affari umanitari dell'Onu, Elisabeth Byrs.
Il processo richiederà «mesi se non anni», tenuto conto dell'ampiezza del lavoro che resta ancora da fare, in particolare la riparazione sempre in sospeso di una parte delle 180.000 case distrutte, lo sgombero di milioni di tonnellate di macerie e il ripristino dei servizi di base per le centinaia di migliaia di persone che attendono un nuovo alloggio. «Con ancora 800.000 persone nei campi, dobbiamo essere realisti sul tempo necessario per offrire un alloggio a tutti», ha insistito la portavoce ammettendo le numerose sfide alle quali deve far fronte il governo haitiano.