Intellettuali esultano, ma in strada a Pechino pochi sanno
I pochi che ne hanno sentito parlare, sono evasivi
Pechino, 8 ott - L'attribuzione del Nobel a Liu Xiaobo "porta la questione della democrazia in Cina alla ribalta mondiale". Così Cui Weiping, docente all'Accademia del Cinema di Pechino e anch'essa firmataria della Carta 08, commenta entusiasta con Apcom la decisione del Comitato norvegese per il Nobel. "E' un incoraggiamento alla democrazia e un segnale per il futuro del paese". Cui conobbe Liu negli anni '80, e lo descrive come un uomo alla costante ricerca del miglioramento personale, che ha sostenuto l'idealismo degli anni'80 ma che ha rivisto molte posizioni da allora, avvicinandosi alla realtà del paese e guadagnando in ragionevolezza. "Ma in 30 anni è sempre stato sostenitore della pace e della democrazia".
Ma se nei circoli intellettuali si esulta per il primo premio Nobel, ed il più prestigioso, mai assegnato ad un cittadino cinese, nelle strade i cinesi vivono come se nulla fosse successo. "Ho sentito parlare di Liu Xiaobo e letto qualche suo scritto, ma non sapevo fosse candidato al Premio Nobel. Non so perché lo abbia ricevuto, ma è bene che la Cina ottenga un Nobel" spiega una trentenne impiegata di banca. "So chi è ma non voglio parlarne, è una questione troppo delicata" risponde un giovane attore di Pechino.
Sulla stampa la notizia non è ancora apparsa, per lo meno nella forma dell'annuncio dell'attribuzione del Nobel. Soltanto la tv di Hong Kong, Phoenix TV, ha letto la nota di condanna del Ministero degli Esteri. La moglie di Liu, Li Xia, ieri lo ricordava come "un uomo coerente e perseverante, fermo sulle sue posizioni pacifiche, ma allo stesso tempo modesto e indulgente".