26 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Turkmenistan

Rimossa la statua d'oro dell'ex dittatore Niyazov

Il Governo vuole porre fine al culto della personalità che aveva raggiunto punte imbarazzanti persino per lo stesso Nyiazov

ASHGABAT - Per Ashgabat è la fine di un'era: sono iniziate le opere di rimozione dell'aurea statua gigante di Saparmurat Miyazov - leader del Turkmenistan dall'indipendenza al 2006, anno della sua morte - che adornava l'Arco della Neutralità, uno dei principali monumenti della capitale turcmena, e per di più si spostava col sole L'obbiettivo dell'attuale governo è infatti quello di mettere definitivamente fine a un culto della personalità che in vita del «Turkembashi», ovvero «padre di tutti i turcmeni» e Presidente vitalizio, aveva raggiunto punte imbarazzanti persino - almeno a suo dire - per lo stesso Nyiazov (che oltre a promuovere faraonici progetti architettonici, aveva dato il suo nome alla montagna più alta del Paese).

La statua, posta su un piedistallo di 70 metri, era costruita in oro e dotata di un meccanismo che le consentiva di mantenere il viso del Presidente - lo stesso che, di profilo, costituisce il logo della televisione di Stato - sempre rivolto verso il sole.
Niyazov era inoltre autore di un libro-guida politico e spirituale per il Paese, il «Rukhnama»: di lettura pressoché obbligatoria, assicurava a chi ne scorresse l'intero contenuto per almeno tre volte un posto in Paradiso, secondo quanto garantito dallo stesso «Turkmenbashi».

In occasione dei 65 anni e per celebrarne adeguatamente il genetliaco la zecca dello Stato aveva deciso di mettere in circolazione delle monete celebrative in oro e in argento: sul recto campeggiava l'effigie del festeggiato, accompagnato dalla legenda «Il grande leader di una grande generazione»; sul verso, sotto la dicitura «il Ventunesimo Secolo, età dell'Oro del Turkmenistan», vi erano il simbolo presidenziale - un'aquila a cinque teste - e l'albero genealogico del 'Padre della Patria', dato che i genitori di Niyazov erano, sia pure per gloria riflessa e di natura genetica, considerati eroi nazionali. L'unico aspetto forse deludente era il valore delle monete stesse: quella d'oro valeva mille manat, quella d'argento 500 ma per fare un dollaro - al mercato nero - di manat ce ne volevano 24mila.