23 aprile 2024
Aggiornato 09:30
Islanda

Bobby Fischer non era il padre della piccola Jinky Young

Lo hanno stabilito i test del Dna sulla salma dello scacchista statunitense morto nel 2008

LONDRA - Bobby Fischer non era il padre della piccola Jinky Young: lo hanno stabilito i test del Dna effettuati dalle autorità islandesi che lo scorso 6 luglio avevano autorizzato la riesumazione della salma dello scacchista statunitense.
Come riporta il sito della Bbc, la richiesta era stata presentata dai legali della bambina, che ha 9 anni e che risiede nelle Filippine: il campione era morto nel 2008 in Islanda - dove risiedeva da tre anni avendo rinunciato alla cittadinanza statunitense - senza aver fatto testamento. Oltre a quella intentata dalla presunta figlia vi sarebbero in corso altre cause legali per accertare a chi spetti la gestione del patrimonio lasciato da Fischer: non ultima quella intentata governo americano, che reclama delle tasse non pagate.

l'Islanda era diventata la patria di adozione di Fischer dopo che per anni aveva accusato le autorità statunitensi di averlo perseguitato, non risparmiando dichiarazioni violentemente antisemite - nonostante la madre fosse ebrea. Nel 1996 Fischer annunciò infatti di aver abbandonato gli scacchi tradizionali lanciando - in Argentina - un nuovo standard, il «Fischerandom», basato sul principio di distribuire i pezzi nelle ultime due file in ordine casuale.
Dopo avere affermato dopo gli attentati del settembre del 2001 che gli Stati Uniti avrebbero dovuto essere «cancellati dalla faccia della terra» e aver definito gli ebrei come «dei bastardi ladri e mentitori» nel 2005 Fischer assunse la cittadinanza offertagli dall'Islanda al termine di una vicenda giudiziaria durata nove mesi e che lo vide detenuto in Giappone per aver cercato di espatriare con un passaporto americano non valido.