In Francia si accende il dibattito sulle sale per il consumo di droghe
A luglio il ministro della Sanità ha parlato di sperimentazione: «Necessario utilizzare tutti i mezzi»
PARIGI - Si accende in Francia il dibattito sull'apertura delle sale per il consumo di droga, dopo l'apertura venuta dal ministero della Sanità a una loro sperimentazione. Oggi è stato il ministro per la Famiglia, Nadine Morano, a lanciare l'appello per un dibattito, «perché nella lotta contro la droga si devono utilizzare tutti i mezzi».
A fine giugno, l'Istituto nazionale della Sanità e della ricerca medica (Inserm) ha pubblicato le conclusioni di una ricerca collettiva, che ha rappresentato un avallo della comunità medica dell'iniziativa. Il 19 luglio è stato quindi il ministro della Sanità, Roselyne Bachelot, a pronunciarsi per «una concertazione» sulla «sperimentazione di quelli che bisognerebbe chiamare 'centri di consumo controllato'», in nome di una «sfida sanitaria cruciale».
Il ministro non ha annunciato date, ma le reazioni non si sono fatte attendere: Quattordici deputati del partito presidenziale Ump hanno denunciato le «sale di iniezione», sostenendo che «l'uso delle droghe viene banalizzato a causa dei discorsi permissivi». Da parte sua, il partito di estrema destra, Front National, ha parlato di un governo in «pieno delirio».
Le sale dove i tossicodipendenti possono consumare droga sotto il controllo di personale qualificato esistono, spesso anche da oltre 15 anni, in più di 45 città di otto paesi: Germania, Paesi Bassi, Lussemburgo, Spagna, Norvegia, Svizzera, Canada e Australia.