19 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Terrorismo

Attentato alla moschea, l'Iran accusa l'Occidente ed Israele

Costato la vita giovedì a 27 persone. La Polizia iraniana ha effettuato una quarantina di arresti

TEHERAN - L'Iran ha accusato i Paesi occidentali e Israele di esser responsabili del doppio attentato suicida contro una moschea sciita costato la vita giovedì a 27 persone, rivendicato dal gruppo armato di opposizione sunnita, Jundallah.
«I responsabili di questo crimine sono stati addestrati ed equipaggiati fuori dal Paese per poi entrare in Iran: questo cieco atto terroristico è stato perpetrato da dei mercenari del 'mondo arrogante'», ha affermato il vice-ministro degli Interni iraniano, Ali Abdollahi, le cui dichiarazioni sono state riportare dalla televisione di Stato iraniana.

Il titolare del dicastero, Mostafa Najjar, ha da parte sua puntato il dito contro Israele: «Gli atti terroristici dei sionisti hanno un certo numero di obbiettivi, fra i quali quello di causare divisioni fra sciiti e sunniti». La polizia iraniana ha reso noto di aver effettuato una quarantina di arresti nell'ambito delle indagini sull'attentato, avvenuto nella località di Zahedan.

Teheran accusa regolarmente l'Occidente - ma anche i servizi pachistani - di armare ed addestrare Jundallah, gruppo sunnita del Belucistan da dieci anni in lotta contro il governo centrale; l'organizzazione estremista ha reso noto di avere voluto vendicare la morte del proprio leader storico, Abdolhamid Rigi, giustiziato il mese scorso.