20 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Scontri Somalia

31 civili uccisi a Mogadiscio nelle ultime 48 ore

Lo riferiscono fonti ospedaliere. La maggior parte delle vittime è morta all'interno delle case colpite dalle bombe

MOGADISCIO - Da ieri sono trentuno i civili rimasti uccisi a Mogadiscio nel corso degli scontri tra le milizie islamiche shebab e le forze governative e dell'Unione africana. Lo si apprende da fonti ospedaliere. «I combattimenti sono stati i più violenti degli ultimi mesi, con forti perdite fra i civili. Le nostre equipe mediche hanno contato i corpi di 31 civili uccisi, mentre altri 93 sono rimasti feriti», ha dichiarato il capo del servizio di pronto soccorso. «La maggior parte delle vittime è morta all'interno delle case colpite dalle bombe».

Ieri il comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) è insorto contro i bombardamenti che hanno colpito un ospedale del nord della capitale somala Mogadiscio, dove i fondamentalisti islamici hanno lanciato una nuova offensiva da martedì.

I fondamentalisti islamici, che si sono alleati con al Qaida, hanno promesso di destituire il governo del presidente Sharif Sheikh Ahmed, islamista moderato eletto nel gennaio 2009. Il governo somalo, sostenuto dalla Comunità internazionale, non controlla che una piccola parte della capitale somala e deve la sua sopravvivenza al sostegno dei 6mila soldati burundesi e ugandesi della forza dell'Unione africana in Somalia (Amisom).