29 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Bloody Sunday

Le famiglie delle vittime gridano vittoria

John Kelly: «E' il verdetto che volevamo»

LONDONDERRY - Le famiglie delle vittime del «Bloody Sunday», uccise il 30 gennaio 1972 a Londonderry in Irlande del Nord dall'esercito britannico, hanno gridato vittoria oggi dopo la pubblicazione delle conclusioni dell'inchiesta governativa che ha accusato senza mezzi termini i soldati, le cui azioni sono stati definite oggi «ingiustificabili» dal primo ministro David Cameron.

«Da ora in avanti possiamo proclamare al mondo intero che i morti e i feriti del 'Bloody Sunday' erano innocenti, che sono stati uccisi a fucilate da soldati a cui si era fatto credere che potevano uccidere impunemente», ha dichiarato fra gli applausi Tony Doherty, il cui padre Paddy era uno dei 13 cattolici morti nel corso della repressione della manifestazione. Una quattordicesima persona sarebbe morta cinque mesi dopo a seguito delle ferite riportate.

«Innocente», hanno gridato i familiari delle vittime di questa «Domenica di sangue» avvicendandosi sul podio davanti alle migliaia di persone ammassate a Londonderry davanti allo schermo gigante che trasmetteva indiretta il discorso del Primo ministro britannico David Cameron sulle conclusioni dell'inchiesta.

John Kelly, il cui fratello 17enne Michael cadde sotto il fuoco dei parà, ha detto che il rapporto ha confermato che le vittime erano «gente comune e per bene» e non dei terroristi. «Era il giudizio che volevamo. Abbiamo vinto», ha esclamato sotto uno scroscio di applausi.

«E' un grande sollievo, non solo per la nostra famiglia ma anche per la popolazione di Derry», ha dichiarato Seamus Gallagher, che da 38 anni chiedeva giustizia per lo zio Michael McDaid. «Francamente, credevo che avrebbero tentato di discolparsi dicendo che alcuni manifestanti nascondevano munizioni e armi», ha aggiunto, definendo «incredibile» il rapporto.

Poco prima, le famiglie delle vittime avevano effettuato una processione silenziosa seguendo l'itinerario preso dalla manifestazione del 1972 organizzata per la difesa dei diritti civili dei cattolici. Dietro a delle foto in bianco e nero delle vittime, ciascuna con la scritta «Liberate la verità», i loro familiari hanno sfilato dal monumento, su Rossville Street, dedicato alle 14 vittime fino a raggiungere la Guildhall, il municipio di Londonderry, seconda più grande città dell'Irlanda del Nord, che i cattolici preferiscono chiamare Derry.