Disputa su minore, Berna: Roma viola Convenzione
Il Governo elvetico chiede cooperazione e si riserva «contromisure»
BERNA - Il caso della tutela di un minore, oggetto di una disputa tra genitori divorziati, rischia di aprire una nuova querelle giuridico-diplomatica tra Roma e Berna, dopo gli attriti sullo scudo fiscale e sul caso Libia. Il governo svizzero - nel rispondere a una interpellanza depositata dal senatore ticinese Dick Marty (esperto di diritto penale internazionale, membro del Consiglio d'Europa e per questo organismo relatore sulle presunte prigioni segrete della Cia in Europa, ndr.) - ha accusato l'Italia di eludere la Convenzione dell'Aia sul rapimento internazionale di minori.
Il caso di A. Guareschi (un bimbo di 6 anni nato da madre svizzera e padre italiano) dimostra come in Italia «sia facile eludere il meccanismo di rimpatrio previsto dalla Convenzione», si legge nella risposta del Consiglio Federale, che accusa Roma di «violare» la Convenzione e dubita della volontà dell'Italia di «cooperare» con la Svizzera.
Il governo elvetico, pertanto, «si attende un miglioramento sostanziale per quanto riguarda il rispetto degli obblighi derivanti dalla convenzione» e si riserva la possibilità di «prendere in considerazione eventuali contromisure».
Il bambino si trova dal giugno 2006 in Italia con il padre, nonostante l'autorità tutoria elvetica abbia deciso nel luglio 2009 di attribuire alla madre l'autorità parentale. Giovanna Guareschi, nipote di Giovannino Guareschi, non può però vedere il bambino, se non sotto stretta sorveglianza, dopo che il padre l'ha accusata di maltrattamenti, denunciandola alle autorità giudiziarie italiane.