19 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Esteri. Regno Unito

Gordon Brown annuncia inasprimento misure su immigrazione

Il sistema a punti sarà reso più rigido

LONDRA - Gordon Brown ha annunciato un prossimo inasprimento delle misure sull'immigrazione, per impedire che medici e altri professionisti qualificati non cittadini europei occupino posti di lavoro nel Regno Unito.
Il primo ministro, che oggi deve pronunciare un discorso importante sull'immigrazione, si è impegnato a rendere più rigido il sistema attualmente in vigore, quello a punti che consente di determinare quali immigranti hanno i requisiti per lavorare nel Paese. Ha inoltre promesso di ridurre i flussi.

«Una delle ragioni per cui l'immigrazione calerà è l'inasprimento del nuovo sistema a punti, che proseguirà nel corso dei prossimi mesi», ha dichiarato Brown in un'intervista al quotidiano Daily Mail. Il premier ha riconosciuto che l'immigrazione è stata una «forza economica, sociale e culturale per la Gran Bretagna» ma ha precisato di capire i timori in merito all'impatto di un aumento della popolazione sull' occupazione, i salari e i prezzi delle case.

«Conosco persone preoccupate per il fatto che l'immigrazione indebolisca i loro salari e le prospettive di occupazione dei loro figli, che si preoccupano inoltre di sapere se troveranno una sistemazione dignitosa per la loro famiglia», ha spiegato. «Vogliono essere sicuri che il sistema è allo stesso tempo rigoroso e giusto. Vogliono essere sicuri che i nuovi arrivi nel Paese accettino i loro obblighi (...): obbedire a tutte le leggi, parlare inglese è importante, pagare le loro imposte».

In Gran Bretagna scarseggiano medici e infermieri dall'arrivo al potere nel 1997 del partito laburista di Brown: migliaia di loro sono stati reclutati all'estero negli ultimi anni. Il sistema a punti, finalizzato in particolare a selezionare lavoratori qualificati, è entrato in vigore nell'estate del 2007. «Abbiamo compiuto notevoli sforzi per formare una nuova generazione di personale medico nel nostro Paese», ha affermato, «Valutiamo adesso come poter colmare la lacuna di competenze nel Paese per eliminare alcuni impieghi dall'elenco di quelli per i quali dobbiamo attingere all'estero».