28 agosto 2025
Aggiornato 03:30
Cronaca. Venezuela

Squadra dilettanti di calcio rapita e sterminata in Venezuela

Assassinati in dieci. Solo un giocatore, colpito al collo, salvo.

CARACAS - La strage di una squadra di calcio dilettantistica colombiana nello Stato venezuelano di Tachira potrebbe essere il risultato delle guerre intestine tra fazioni politiche e guerriglia in Colombia: lo ha affermato oggi il vicepresidente venezuelano Ramon Carrizalez, annunciando che le truppe del suo Paese aumenteranno i pattugliamenti al confine.

GIUSTIZIATI - I 10 giocatori, secondo i media venezuelani, otto colombiani, un venezuelano e un peruviano, sono stati «giustiziati» e i loro corpi sono stati ritrovati in diversi punti dello Stato frontaliero di Tachira. Il massacro sopravviene nel bel mezzo di nuove tensioni fra Bogotà e Caracas, con accuse colombiane al Venezuela di inadeguatezza nel controllo del suo territorio per bloccare il traffico di cocaina dal Paese vicino. Il vicepresidente venezuelano Carrizalez ha motivato la strage con «confronti fra gruppi irregolari coinvolti nel conflitto colombiano».

I 10 facevano parte di un gruppo di 12 persone rapite lo scorso 11 ottobre mentre giocavano su un campo da calcio. L'unico superstite finora noto, il diciannovenne colombiano Manuel Cortez, secondo quanto riferito da suo fratello ha ricevuto uno sparo nel collo. Secondo il giornale venezuelano El Nacional, gli inquirenti hanno disposto nei suoi confronti misure di sicurezza interrogandolo d'urgenza come misura probatoria anticipata.

Secondo il fratello di Cortez, gli ostaggi sarebbero rimasti incatenati per 14 giorni a degli alberi. Il superstite avrebbe detto di aver sentito gli uomini dire che gli ostaggi «non avevano nulla a che fare con i rapitori ma che li avrebbero uccisi perché avevano visto le sue facce».

Secondo il quotidiano colombiano El Espectador, specializzato nella copertura di questioni relative al narcotraffico, il governatore dello Stato di Tachira Cesar Perez ha rivelato che nella zona vi sono almeno quattro accampamenti di guerriglieri colombiani dell'Eln (Ejercito de liberacion nacional). Perez, considerato un oppositore di Chavez - che a sua volta lo accusa di vicinanza a gruppi paramilitari colombiani attivi nella lotta contro i guerriglieri - ha detto di essere pronto a segnalare i luoghi dove si trovano gli accampamenti, «con più di 500 uomini ciascuno».