26 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Attentato contro Pasdaran

Dopo gli attentati dall'Iran accuse a Stati Uniti e Gb

Gruppo sunnita rivendica azione suicida. Almeno 31 i morti tra i quali il generale Nour-Ali Shoushtari

TEHERAN - Sale la tensione in Iran dopo l'attentato suicida contro i vertici del Corpo delle Guardie della Rivoluzione, che ha provocato almeno 31 morti e numerosi feriti.

Indice puntato contro Stati Uniti e Gran Bretagna. Il presidente del Parlamento di Teheran, Ali Larijani, ha dichiarato: «Riteniamo che gli ultimi attentati terroristici derivino dall'azione degli Stati Uniti e dimostrino la loro animosità nei riguardi del nostro Paese». Sotto accusa anche la Gran Bretagna che, secondo gli organi di informazione di stato iraniani, ha «un coinvolgimento diretto» nell'attacco kamikaze. Ma il Foreign Office ha diffuso immediatamente una nota per smentire «nei termini più forti» ogni affermazione su un coinvolgimento di Londra.

A rivendicare l'attentato il gruppo ribelle sunnita iraniano Jundallah (soldati di Dio).

L'attentato suicida, costato la vita al generale Nour-Ali Shoushtari, vicecomandante dell'esercito dei Guardiani della Rivoluzione, al generale Mohammad-Zadeh, comandante dei Guardiani della Rivoluzione del Sistan-Baluchistan, al comandante dei Guardiani per la città di Iranshahr e al comandante dell'unità Amir-al Momenin, è avvenuto quando i quattro si trovavano all'interno di un'auto diretti ad una riunione.

Il presidente del Parlamento iraniano, Ali Larijani, ha confermato la morte degli alti comandanti in un discorso pronunciato in Parlamento e ritrasmesso in televisione. Si tratta in assoluto dell'attentato più grave mai compiuto contro i pasdaran, potentissimo corpo d'elite massimamente fedele alla Guida Suprema e in prima linea contro i movimenti di opposizione al regime iraniano.