19 aprile 2024
Aggiornato 01:00

Svizzera-Libia, Calmy-Rey: «Inaccettabile» trasferimento ostaggi

I due svizzeri trattenuti in Libia come ritorsione

GINEVRA - Il ministero degli Esteri elvetico definisce «inaccettabile» il trasferimento dei due cittadini svizzeri trattenuti a Tripoli dalle autorità libiche.

Col pretesto di un controllo medico, i due manager sono stati convocati una settimana fa da Tripoli e portati in un «posto sicuro». La Confederazione è stata informata soltanto ieri - attraverso una nota diplomatica - del fermo dei due uomini d'affari. Il numero uno del regime libico, Muammar Gheddafi ha spiegato al presidente della COnfederazione Hans Rudolf Merz durante un loro breve incontro al Palazzo di vetro dell'Onu, che la misura è stata presa per timore che la Svizzera procedesse a un'operazione di liberazione.

Si tratta di un'operazione «inaccettabile», ha dichiarato il Dipartimento federale degli affari esteri, precisando che i diplomatici svizzeri hanno già chiesto un incontro con una delegazione libica. «La liberazione dei due ostaggi resta una priorità» nei negoziati con la Libia e la «condizione per una normalizzazione delle relazioni tra Berna e Tripoli», ha precisato il Dipartimento federale degli affari esteri, come riferisce il sito online di Swissinfo.

I due manager svizzeri sono trattenuti in Libia da oltre un anno come ritorsione all'arresto del figlio di Gheddafi, Hannibal, e della nuora Aline, avvenuto il 15 luglio 2008 a Ginevra su denuncia di due domestici, che accusavano la coppia libica di maltrattamenti. Dopo il pagamanento di un'ingente sanzione i due vennero rilasciati e per l'episodio il presidente svizzero ha chiesto esplicitamente scusa alla Libia durante un recente viaggio a Tripoli.