La giornalista in pantaloni di nuovo libera, decisa a lottare
La giornalista è stata scarcerata oggi
KHARTOUM - «Continueremo a lottare», ha assicurato, uscendo di prigione, l'indomabile giornalista sudanese Loubna Ahmed al-Hussein, uscendo oggi dal carcere di Khartoum. La sua prima vittoria l'ha già in parte vinta, strappando una condanna 'simbolica' per il diritto a indossare i pantaloni, indumento giudicato «indecente» e quindi contrario al buoncostume islamico.
«Continueremo a lottare per cambiare questa legge ed eliminare polizia e tribunali dell'ordine pubblico», ha dichiarato la giovane donna, intervistata dal giornale Ajrass al-Hurriya (Le campane della libertà) nel cortile del carcere dove è stata accolta festosamente da alcuni sostenitori.
Loubna Ahmed al-Hussein era stata riconosciuta colpevole di aver indossato dei «pantaloni indecenti», reato punito con una pena massima di 40 frustate, ma il giudice le aveva dato la scelta fra una multa di 500 sterline sudanesi (200 dollari) o un mese di prigione. La giovane donna, con indosso gli ormai inseparabili pantaloni marroni e la «tarha», tradizionale velo sudanese che ricopre testa e spalle, si era rifiutata di pagare la multa ed era quindi stata condotta in carcere, una decisione che sembra aver imbarazzato le autorità.
La sua permanenza in prigione è durata solo 24 ore. L'Unione dei giornalisti sudanesi ne ha annunciato la scarcerazione, dichiarando di aver pagato la multa di Loubna. «Non so neanche chi abbia pagato la multa. Avevo chiesto alla mia famiglia e ai miei amici di non pagarla», ha affermato la giornalista.
Ormai paladina dei diritti civili, Loubna ha detto di non sapere al momento se impugnerà la sentenza di colpevolezza pronunciata dalla Corte di Khartoum-Nord. Loubna combatte l'articolo 152 del codice penale del 1991, entrato in vigore due anni dopo il colpo di Stato del presidente Omar el-Beshir e che prevede una pena massima di 40 frustate per chiunque «commetta un atto indecente, un atto che viola la moralità pubblica o indossi indumenti indecenti». Per la giornalista questo articolo viola la Costituzione sudanese e lo spirito della legge islamica (Sharia) in vigore nel nord del Sudan, per lo più musulmano.
Loubna era stata arrestata all'inizio di luglio dalla polizia in un ristorante di Khartoum insieme ad altre 12 donne per tenuta indecente. Loubna indossava pantaloni larghi e una lunga blusa. Dieci delle donne finite in manette insieme a lei sono state condannate a dieci frustate ciascuna ma Loubna ha contestato l'accusa e dato vita a una campagna pubblica per cambiare la legge, suscitando l'attenzione dell'intera comunità internazionale.
Questa mattina, un editoriale del quotidiano filogovernativo sudanese al-Ray al-Aam (L'opinione pubblica) rimproverava alla giovane di «politicizzare» la sentenza emessa dal tribunale .