6 maggio 2024
Aggiornato 08:30
Libia-Svizzera

Caso Hannibal, alta tensione: ostaggi non liberati

Libia avanza nuova richiesta dopo firma accordo

GINEVRA - Alta tensione fra Svizzera e Libia sulle conseguenze del 'caso Hannibal'. E' ritornato a Berna vuoto il Falcon messo a disposizione dal governo svizzero per il rimpatrio di due imprenditori elvetici bloccati a Tripoli dal 19 luglio del 2008 e per i quali il Ministero della Giustizia libico aveva rilasciato visti e passaporti.

Dopo tre giorni di attesa infatti Tripoli avrebbe formulato una nuova richiesta, ovvero che i due vengano rimpatriati utilizzando un normale volo di linea. Berna non si è piegata sottolineando di aver avuto garanzie scritte sul ritorno dei propri cittadini entro la fine di agosto.

Il governo libico aveva convalidato mercoledì scorso l'accordo concluso il 20 agosto con il presidente svizzero Hans-Rudolf Merz per mettere fine alla crisi tra i due Paesi, scoppiata in seguito all'arresto a Ginevra - il 15 luglio 1008 - di uno dei figli del leader libico Muammar Gheddafi, Hannibal, accusato di aver maltrattato due domestici; arresto che ha provocato come rappresaglia il sequestro dei due imprenditori e per il quale Merz ha porto le sue scuse ufficiali.

Dura la reazione della stampa elvetica, che ha parlato di «umiliazione» accusando Gheddafi di «voler giocare ancora di più con i nervi degli svizzeri». Il ministro degli Interni della Confederazione, Pascal Couchepin, ha minimizzato la vicenda affermando che «un aereo vuoto non è una notizia, la notizia sarebbe che gli ostaggi non venissero liberati entro la data stabilita». Nel qual caso sarebbe la testa di Merz a rischiare, secondo gli analisti.